Calabria. I corsi del programma Gol sono una colossale presa in giro

L’arretratezza cronica di una regione: un ostacolo al progresso nazionale

Corsi di Formazione, certificazione delle competenze, pulizia dei territori e messa in sicurezza: opportunità perse per colpa di chi? 

Viviamo in un’epoca in cui il progresso tecnologico e sociale avanza a passi da gigante, eppure la nostra regione sembra essere bloccata in un passato lontano, incapaci di cogliere le opportunità messe a disposizione dal governo. È un’indignazione profonda quella che provo nel constatare l’arretratezza cronica di una regione che non sfrutta le risorse offerte per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini.

Prendiamo ad esempio i corsi del programma GOL (Garanzia Occupabilità dei Lavoratori). Questa iniziativa governativa, pensata per ridurre la disoccupazione e migliorare le competenze della forza lavoro, va a rilento in una regione che sembra ignorare deliberatamente le potenzialità di un tale strumento. I corsi di formazione sono fondamentali per creare un mercato del lavoro competitivo e per dare ai giovani e ai disoccupati una possibilità concreta di costruire un futuro solido. Eppure, questi corsi vengono disattesi, lasciando migliaia di persone senza opportunità di crescita professionale.

Non è solo una questione di occupazione, ma anche di sicurezza e benessere del territorio. La mancata attuazione della certificazione delle competenze crea un vuoto di professionalità che si riflette sulla qualità dei servizi offerti. In un mondo in cui la certificazione delle competenze è un passaporto per l’efficienza e l’affidabilità, questa regione preferisce rimanere nell’improvvisazione, condannando i propri cittadini a standard di vita inferiori.

Ma il quadro è ancora più desolante se si considera l’inerzia nelle operazioni di pulizia dei territori e nella messa in sicurezza delle zone colpite dal dissesto idrogeologico. Il governo stanzia fondi e risorse per affrontare queste emergenze, ma la regione in questione sembra vivere in un’eterna paralisi burocratica. Ogni anno assistiamo a disastri evitabili, con vite perse e patrimoni distrutti, tutto perché chi è al comando non riesce o non vuole agire.

Ciò che rende la situazione ancora più frustrante è l’atteggiamento di chi è ai vertici. Nonostante le numerose richieste di incontri per segnalare tali problemi di primaria importanza, i dirigenti regionali continuano a ignorare le voci dei cittadini. Le priorità sembrano essere altrove, forse in progetti meno urgenti, lasciando le vere emergenze a marcire nell’indifferenza. Non danno possibilità di essere ascoltati, ignorando completamente il grido di aiuto di una comunità che merita molto di più.

È una vergogna nazionale che in un paese così ricco di storia e risorse, ci siano ancora regioni incapaci di stare al passo con il resto della nazione. Le opportunità ci sono, le risorse sono disponibili, eppure l’arretratezza mentale e organizzativa continua a prevalere. Questo atteggiamento di negligenza non è solo un freno allo sviluppo regionale, ma un ostacolo al progresso dell’intera nazione.

Il cambiamento è possibile, ma serve una volontà politica forte e determinata. Serve che i cittadini alzino la voce e chiedano conto ai propri amministratori. Non possiamo più accettare che la nostra regione rimanga indietro mentre il resto del mondo avanza. È tempo di agire, di pretendere che le risorse messe a disposizione dal governo siano utilizzate in modo efficiente e tempestivo. È tempo di dire basta all’arretratezza e di lavorare per un futuro migliore per tutti.