Corigliano-Rossano, diritto di replica: “I miracoli di Flavio Stasi sono i figli di nessuno”

Lettera a Iacchitè – per diritto di replica 

CORIGLIANO-ROSSANO, STASI E LA SUA CORTE DEI MIRACOLI (https://www.iacchite.blog/lettere-a-iacchite-corigliano-rossano-flavio-stasi-e-la-sua-infinita-corte-dei-miracoli-protagonisti-assunzioni-e-determine/)

Ma quale corte dei miracoli di Flavio Stasi, i miracoli sono i figli di nessuno

Caro direttore,

ho letto la lettera che ha pubblicato poche ore fa su una presunta corte dei miracoli del sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, e ne sono rimasto deluso. Comprendo che lei non ha fatto altro che pubblicare una lettera che le sarà stata inviata da qualcuno che evidentemente vuole raccontare le cose a modo proprio, ma con la stessa trasparenza le prego di pubblicare questa mia lettera.

Sono un dipendente comunale, vi prego di consentirmi di restare anonimo perché non sia mai vince l’altra parte, con la cattiveria che li ha sempre contraddistinti mi spedirebbero in Siberia (forse sarebbe meglio dire nei lager piuttosto che nei gulag ma tant’è…, ndr).

L’Amministrazione Stasi ha assunto quasi duecento persone. Tra questi ci sono anche persone vicine al sindaco o a qualche consigliere, ma per la postazione che ho io credo che non ci sia stata una sola commissione fatta da rossanesi o coriglianesi, tutta gente di fuori. C’è però, allo stesso tempo, una parte di persone vicine o parenti di gente che odia visceralmente Stasi: a differenza di altri non faccio nomi, ma ci sono nuore, figlie, sorelle, cognati di chi era e continua ad essere contro Stasi.

Sinceramente credo sia naturale perché tutti hanno diritto di partecipare ai concorsi, ma in tutto questo ci si dimentica che queste persone, che evidentemente hanno avuto il merito di vincere un concorso, sono un piccolo gruppo rispetto a quasi 200 figli di nessuno che sono stati assunti tramite concorsi o tramite uffici di collocamento. Dei perfetti sconosciuti che in passato non avrebbero passato nemmeno le prove pre-selettive fatte apposta per favorire i soliti noti. Tra questi ci sono ingegneri, muratori, fabbri, amministrativi, contabili, idraulici. Chiedetelo a loro cosa significa fare concorsi a Corigliano-Rossano.

Altra barzelletta, le case di Caracciolo. Si parla del vecchio volpone, che certamente non si fa sfuggire una sola occasione per sfruttare il suo patrimonio, ma perchè non chiedete agli altri dieci perfetti sconosciuti che, tra Corigliano paese e Rossano paese, hanno partecipato alla stessa procedura pubblica, dando la propria casa alle stesse condizioni ed allo stesso prezzo? Case che saranno ristrutturate grazie ai finanziamenti PINQUA. Nessuno può dire che la propria domanda non sia stata accettata, anzi. Lavoro proprio in quel settore e vi assicuro che se fossero state proposte altre 20 case sarebbero state accettate per un fatto semplice: facevano punteggio per intercettare il finanziamento che alla fine è stato intercettato.

Ma la cosa più simpatica sono le scale di San Bartolomeo. Vedete direttore, io amo i centri storici. Mai nessuna amministrazione aveva fatto interventi su ringhiere, muri, selciati come questa amministrazione. La ringhiera vicino il classico, la ringhiera di San Nilo, la balaustra di Corso Umberto, la pavimentazione delle scale di Santa Chiara e così via: chi passeggia nei centri storici sa di cosa parlo. Ed il problema sarebbe la scala di San Bartolomeo, che è sprofondata per qualche ragione? C’ero il giorno che è sprofondata e basta vedere la foto per capire che sarebbe anche potuta andare peggio, con persone che potevano farsi male.

Chi inventa queste cose, evidentemente, non è stato accontentato dal sindaco in questi anni, soprattutto all’interno della macchina comunale oppure qualcuno che voleva lavorare per l’Amministrazione ed invece è stato assunto dall’altra parte.

Voi fate bene a pubblicare tutto ciò che vi arriva perchè in questo modo fate sapere ai cittadini ogni versione dei fatti, e per questo mi sono permesso, da persona informata, di scrivere la versione reale e non quella dell’odio verso un sindaco a cui tutto si può dire, ma non che non sia stata una persona onesta.