Corigliano-Rossano. La “tragedia” del Pd sta diventando una farsa: i casi Rosellina Madeo e Calabrò. “L’ultimo che resta spenga la luce”

Nonostante il Pd nella provincia di Cosenza, come del resto in Calabria, sia ormai un partito residuale del 14%, dove tutti hanno il diritto di salirne e scenderne, come un taxi, a seconda delle proprie necessità di affermazione personale ed in alcuni casi senza neanche pagare la corsa, imperterrita la Commissione di Garanzia, presieduta dal luminare del Diritto Salvatore Perugini, prosegue incontrastata a dirimere vicende che, per come da lui stesso affermato, sono più di natura politica che amministrativa.

La tregua proposta da Pecoraro su indicazione del partito nazionale si è conclusa con il voto e come fosse una guerra vera sono ripartite le ostilità che si sono arricchite anche del contenzioso nuovo delle elezioni amministrative ed europee. Alle vicende pregresse dei tre consiglieri comunali di Cosenza iscritti al Pd (Graziadio, Tinto e Trecroci), ma fautori della costituzione di un nuovo gruppo in Consiglio, giustificato per impraticabilità di campo in quello diretto dal piccolo Franco (Alimena), cucciolo di casa Adamo-Bruno Bossio, ci sono le vicende elettorali che riguardano, soprattutto, la città di Corigliano-Rossano, dove il Pd ha raggiunto uno dei peggiori risultati nazionali e calabresi… Alle europee con il 9% ed alle comunali con il il 3,5%, risultando ultima delle liste a sostegno del sindaco Stasi. E’ anche vero che il risultato amministrativo non è computabile perché nella provincia di Cosenza Corigliano-Rossano è l’unico comune dove il Pd ha presentato la sua lista ed uno dei pochissimi dove il simbolo è stato presentato in Calabria. Pare che qualche dirigente regionale commentando il voto amministrativo del Pd di Corigliano-Rossano si sia affrettato a dire: “per fortuna che non abbiamo presentato il simbolo in altri Comuni della nostra Regione…”.

Nel frattempo sembra che alla commissione ed al vigile occhio del Presidente Perugini sia giunta, tra i tanti ricorsi, la vicenda che riguarda l’ex capogruppo del Pd Rosellina Madeo, nonché membro dell’Assemblea Nazionale del Pd ed eletta consigliere provinciale del Pd grazie all’accordo tra i consiglieri regionali Bevacqua e Iacucci ed il nuovamente eletto sindaco Stasi.

Il ricorso che penderebbe presso la Commissione di Garanzia riguarderebbe il fatto che alla Madeo, essendo capogruppo uscente ed uno dei massimi dirigenti del Pd a Corigliano-Rossano, si imputerebbe il fatto di avere abbandonato il Partito al suo destino. Infatti a lei era stato affidato il compito, da Bevacqua e Iacucci e dallo stesso segretario provinciale Pecoraro, di compilare la lista del Pd per le comunali.

La Madeo, dopo avere verificato che la parte del partito legata a Stasi non aveva alcuna intenzione di candidarsi nelle liste del Pd, preferendo, al contrario, le liste civiche a sostegno del sindaco, e che da parte di coloro che legati a Mascaro localmente e provincialmente a Nicola Adamo era in atto un vero e proprio esodo dal centrosinistra verso la candidata a sindaco del centrodestra Straface, desisteva dall’incarico, decidendo anche lei di intraprendere, d’intesa con Stasi, la via facile della lista civica, portando con se anche alcuni iscritti che erano già decisi a candidarsi nella lista del Pd.

Di fronte a questa grave situazione insorgevano verso la Madeo quel poco di iscritti e candidati del Pd rimasti intestarditi, comunque, a presentare la lista, costi quel che costi, in questo sostenuti dallo stesso Iacucci e contro il parere del capogruppo Bevacqua, più attento alle dinamiche ed ai rapporti personali locali. Non è un caso che nei prossimi giorni si svolgerà a Rossano la presentazione del libro di Mimmo Bevacqua in cui è previsto l’intervento della stessa Madeo.

Se questo è il quadro, decidere per Perugini diventa difficile, soprattutto se a partecipare alla decisione vi sono componenti della commissione come Teodoro Calabrò, fidatissimo di casa Adamo-Bruno Bossio che a Corigliano-Rossano oltre a sostenere alle amministrative il centrodestra della Straface, si è impegnato per la lista di Italia Viva ed in particolar modo per il candidato Candiano; mentre alle Europee, tradendo la Picerno del Pd di Adamo, si è impegnato per la lista di Stati Uniti D’Europa a favore di Maraio e del candidato locale Mascaro.

Ma Teodoro Calabrò non è l’unico diffidato della Commissione di Garanzia. Si parla anche dell'”incompatibilità” di un altro componente della Commissione: Pasquale Santoianni che, come risaputo, ha sostenuto alle elezioni europee la candidata di AVS Maria Pia Funaro malamente cacciata dalla giunta di Cosenza dal sindaco Caruso con il tacito consenso del Pd. Santoianni, nominato nella commissione al congresso provinciale da Tursi adesso è anche orfano dello stesso suo padrino. Infatti anche Tursi alle ultime elezioni folgorato da Tridico ha abbandonato la casa madre per traghettare nei 5Stelle.

Di fronte a questa corposa e costante emorragia di dirigenti, iscritti ed elettori del Pd verrebbe spontanea la famosa battuta di Paietta: “l’ultimo che resta spenga la luce”.
A questo punto in tanti si domandano fuori e dentro il Pd se non sarebbe meglio commissariare gli organismi provinciali di Cosenza e forse anche quelli calabresi per evitare che la tragedia del maggiore partito della Sinistra cosentina e calabrese si trasformi in una ridicola farsa.