Crotone in lutto per la morte di Antonio Cantafora

Si è spento a Roma all’età di 80 anni l’attore Antonio Cantafora. Nato a Crotone il 2 febbraio 1944, Cantafora ha segnato un’epoca nel mondo cinema con la sua straordinaria carriera. Dopo aver studiato recitazione con il rinomato Alessandro Fersen, ha fatto il suo debutto sul grande schermo nel 1967, iniziando così un viaggio che lo avrebbe portato a diventare una delle figure più amate e rispettate del cinema italiano. Ma è stato negli anni ’70 che ha raggiunto l’apice della sua fama, grazie alla sua straordinaria somiglianza con l’attore Terence Hill. In coppia con Paul L. Smith, ha incarnato il ruolo del “bello” in una serie di film ispirati al duo Bud Spencer e Terence Hill, diventando un’icona per intere generazioni di spettatori. Ma la sua carriera non si è limitata a ruoli da protagonista. Cantafora ha continuato a brillare come attore caratterista, lavorando con alcuni dei registi più importanti del cinema italiano, tra cui Federico Fellini, Bruno Barreto, Alberto Lattuada, Mauro Bolognini e Jerzy Skolimowski. Film come “La cicala” di Lattuada, “Intervista” di Fellini e “A spasso nel tempo” di Carlo Vanzina testimoniano la sua versatilità e il suo talento nel portare alla vita una vasta gamma di personaggi.

Ma la sua passione non si è limitata al cinema. Cantafora era anche un artista prolifico, con una passione per la pittura che ha sviluppato nel corso degli anni. Ha creato centinaia di opere d’arte, che hanno ottenuto successo non solo in Italia, ma anche all’estero. Nonostante il successo e il prestigio, Cantafora è rimasto sempre legato alla sua terra natale, trovando ispirazione nelle sue radici calabresi per molte delle sue opere. Da qualche tempo pensava di dar vita ad un nuovo progetto ispirato alla figura di Pitagora, che sperava di portare alla vita con l’aiuto della Calabria Film Commission.

Il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, ha voluto esprimere il cordoglio personale, dell’amministrazione e dell’intera comunità crotonese, ricordando con affetto il legame profondo che Cantafora ha mantenuto con la città natale nonostante la sua fama internazionale. 

Di seguito, un profilo di Antonio Cantafora. 

di Antonella Policastrese

Tra i tanti crotonesi illustri che hanno fatto carriera nel mondo dello spettacolo e delle arti, colui il quale nel corso dei suoi ottanta anni di vita, più di ogni altro non ha mai smesso di amare la città natia,  è stato  senz’altro Antonio Cantafora, in arte Michael Coby.

Nato e vissuto in una bellissima casa con giardino all’inizio di Viale Regina Margherita, trasferitosi a Roma per esigenze professionali, non perdeva mai l’occasione di farvi ritorno soprattutto  l’estate, ma molto più frequentemente quando c’era la festa della Madonna di Capocolonna alla quale l’intera famiglia era devota: il padre ne aveva realizzato il dipinto che campeggia nella cappella votiva di Piazza Umberto a Crotone. Qualche anno addietro, uno “scienziato” che ha tutt’ora impiego presso l’amministrazione comunale crotonese, lanciò un sondaggio per scegliere il nome da dare al costruendo teatro traendolo da una rosa di nomi, soprattutto di attori, che fossero nati a Crotone.

Tra questi la scelta ricadde su Warner Bentivegna, attore di teatro e televisione, noto soprattutto come protagonista dello sceneggiato televisivo “Una tragedia americana” crotonese di nascita, ma solo perché la madre lo aveva partorito a Crotone, forse per in un periodo di permanenza della famiglia per ragioni professionali o lavorative. Ma d’altra parte la scelta non è che fosse così ricca, giacché altri attori di origini crotonesi erano e sono ancora in vita, quali Lino Patruno (cantattore dei  mitici Gufi) e appunto  Antonio Cantafora che se n’è andato il 20 aprile di quest’anno. Non sarebbe stata una scelta opportuna e quantomeno felice quella di intitolare il costruendo teatro comunale crotonese a Bentivegna, scomparso dai radar subito dopo la nascita e forse mai tronato a Crotone, neppure nella veste di attore teatrale con compagnie di giro. Per fortuna fu fatto un referendum per neutralizzare l’infame trovata di quello “scienziato” e si decise di dare dignità di nascita al teatro intitolandolo al Maestro crotonese  Vincenzo Scaramuzza, pianista, compositore e pedagogo di fama mondiale, emigrato in Argentina, maestro, fra gli altri, di Martha Argerich. D’altra parte,  due dei grandi teatri calabresi, il Cilea di Reggio e il Rendano di Cosenza  portano il nome di musicisti che in quelle terre sono nati. Ma queste sono altre storie.

Perché adesso è dell’attore crotonese Antonio Cantafora che si sta parlando, spentosi a Roma all’età di 80 anni. Non ha mai smesso di frequentarla la sua città natale, per anni d’estate ci tornava in compagnia di Franco Nero e Vanessa Redgrave con i quali aveva un profondo legame di amicizia. Di film, soprattutto “spaghetti-western” Cantafora ne ha interpretati tantissimi con lo pseudonimo di Michael Coby, ma il film che gli valse una carriera e che pure non ha avuto anche per  lui il giusto riconoscimento di critica, lo interpretò col nome di battesimo  accanto alla strepitosa Virna Lisi (insignita del David di Donatello come migliore attrice protagonista), Clio Goldsmith e Barbara De Rossi. Nel film “La cicala” diretto da  Alberto Lattuada nel 1980, il compianto attore crotonese ricoprì il ruolo di Alberto Antonelli, detto “Cipria” in un cast che era completato da altri grandi attori quali Renato Salvatori; Antony Franciosa e Riccardo Garrone. Antonio Cantafora  era una gran brava persona e un ottimo crotonese, così come i suoi fratelli Gino, ( l’archeo-sub che fece ritrovare i marmi della nave romana arenatasi a Punta Scifo), scomparso nel 2014; Lino e Maurizio. Qualora avesse ancora un senso dirlo, Antonio Cantafora ha dato lustro alla sua Crotone, ma la città non ha mai saputo ricambiare questo suo innato slancio di generosità.