E Renzi svelò a cena il piano di Berlusconi: “Al Colle uno che dia la grazia a Dell’Utri”

(di Lirio Abbate – repubblica.it) – Al cavaliere Silvio Berlusconi alla fine del 2021 interessava solo una cosa: portare al Quirinale chi era in grado di concedere la grazia a Marcello Dell’Utri, condannato definitivamente per concorso esterno in associazione mafiosa. Dell’Utri aveva già scontato la pena (era uscito dal carcere nel 2018 e aveva concluso i domiciliari l’anno dopo) ma evidentemente il desiderio di cancellare quell’onta rimaneva. La grazia estingue anche le pene accessorie, e i reati di mafia ne hanno tante, come il sequestro di beni, ma soprattutto avrebbe riabilitato il vecchio amico che è anche tra i fondatori di Forza Italia. Girava attorno a questo desiderio politico la cena che si è consumata a Firenze a cui hanno partecipato Gianfranco Micciché, ex ministro di Forza Italia e Matteo Renzi. Il sogno di Silvio era il Colle, ma veder graziato Marcello lo faceva stare meglio, forse, come si ipotizza, per una questione di coscienza.

«Renzi mi disse che Berlusconi gli aveva confidato che voleva un presidente in grado di dare la grazia a Dell’Utri», spiega Micciché in un verbale in cui risponde alle domande dei magistrati di Firenze che porta la data di un anno fa, depositato adesso nell’inchiesta che riguarda il vecchio amico del Cavaliere al quale nelle scorse settimane il tribunale di Firenze ha sequestrato dieci milioni di euro per aver violato la normativa antimafia.

Le dichiarazioni di Micciché svelano i segreti di quella cena all’epoca raccontata da Repubblica. Il retroscena politico è collegato a una intercettazione agli atti dell’inchiesta che riguarda Marcello Dell’Utri. Tutto parte dall’incontro avvenuto il 15 ottobre 2021 all’enoteca Pinchiorri fra l’ex ministro e il leader di Italia Viva. I due politici si parlano a lungo, poi si salutano con una stretta di mano. Sembra sia andato tutto per il meglio, tanto che Micciché vuole subito dare la notizia all’interessato che chiama a mezzanotte, e Marcello Dell’Utri risponde. Il suo ex manager di Publitalia racconta come si è svolto l’appuntamento e ripercorre le parole di Renzi. Svela che il leader di Iv aveva già parlato con il Cavaliere: «Ti posso garantire – avrebbe detto Renzi a Micciché – che Berlusconi dieci volte mi ha incontrato e dieci volte mi ha chiesto solo questa cosa qui per Marcello…».

E Micciché ripete le parole che avrebbe pronunciato Renzi: «Del resto non gliene frega niente…» riferito a Berlusconi. L’ex presidente del Consiglio avrebbe detto a Renzi: «Voglio un Capo dello Stato che faccia questo, tu (Berlusconi rivolto a Renzi, ndr) mi devi garantire che faccia questo». Secondo Micciché, Renzi avrebbe detto che Silvio «glielo ha chiesto mille volte…» e il fondatore di Forza Italia avrebbe aggiunto: «Io sto troppo male perché so quello che è… Marcello è stato in galera per colpa mia».

Seduto davanti ai magistrati Luca Turco, Luca Tescaroli e Lorenzo Gestri, l’ex ministro in un primo momento appare non ricordare bene il colloquio, ma i pm gli fanno ascoltare l’audio e questo gli sblocca la memoria. A quel punto premette che le ragioni dell’appuntamento con Renzi erano «per motivi squisitamente politici. Era necessario parlare di alleanze politiche», e Micciché aggiunge: «Nel corso del colloquio dissi chiaro a Renzi che Berlusconi voleva un presidente della Repubblica in grado di discutere della grazia per Marcello Dell’Utri, la cui condanna era considerata da noi abominevole, perché fra l’altro era già gravemente malato. Renzi mi sembrò disponibile a valutare questa nostra richiesta positivamente».

I pm insistono sul dialogo intercettato con Dell’Utri per capire meglio i riferimenti che facevano: «Renzi mi disse che Berlusconi gli aveva detto che voleva un presidente in grado di dare la grazia a Dell’Utri. Silvio è sempre stato convinto dell’innocenza di Dell’Utri e si sentiva in colpa per le accuse di mafia che lo avevano raggiunto. Per questo era interessato a riabilitare Dell’Utri, e in questo contesto nasceva il suo interesse a trovare un presidente della Repubblica in grado di valutare, e con la forza, di concedere un provvedimento di grazia per Dell’Utri», spiega Miccichè, il quale, rispondendo alle domande fa presente che era «noto a tutti questo tema, così come l’interesse di Berlusconi».

Alcune settimane prima dell’appuntamento all’enoteca, Renzi aveva incontrato a Roma, nel suo ufficio al Senato, Marcello Dell’Utri. Lo aveva ricevuto all’indomani dell’assoluzione nel processo d’appello per la trattativa Stato-mafia.

Durante la verbalizzazione Micciché comprende il peso non solo giudiziario, ma anche politico delle sue frasi intercettate, e prova a dare un senso al colloquio, sostenendo che il principale obiettivo era quello di fare un accordo politico con Renzi. E secondo lui, la nomina «di un presidente della Repubblica sensibile al tema della grazia da concedere a Dell’Utri» era «fra le cose di interesse del centrodestra a Roma», insomma per Micciché non era prioritaria e «non oggetto principale del colloquio».

Sta di fatto che all’indomani della notizia pubblicata da Repubblica sulla cena Renzi-Micciché che ha svelato l’accordo, il sogno di Silvio svanisce e non si è più arrivati, nel centrodestra, a trovare un futuro Capo dello Stato disposto a dare la grazia all’uomo che ha contribuito a rafforzare la mafia.