Ferrara, morti di Bergamo e propaganda: Anselmo e Fabbri ai ferri corti

Fonte: La Nuova Ferrara

Ferrara Poco più di un mese e mezzo alle urne e la campagna elettorale ha iniziato a scaldarsi. Lo dimostrano gli impegni politici di routine, presentazioni di liste che si accavallano, punti di ascolto sempre aperti, banchetti nel fine settimana in tutte le vie del centro, ma soprattutto i toni del dibattito. Contestazioni e polemiche, smentite e repliche: il contraddittorio avviene rigorosamente a distanza, sui social, “da remoto” si sarebbe detto pochi anni fa all’epoca della pandemia. E proprio il Covid e le morti che ha provocato sono diventati tema da campagna elettorale su cui i candidati sindaci delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra, Alan Fabbri e Fabio Anselmo, si sono scontrati.

Le vittime del Covid

«Alan Fabbri è gioviale e simpatico e sta tra la gente, ma in realtà è cinico e spietato». L’avvocato augura così il buongiorno al contendente politico. L’argomento è presto detto: da fine marzo 2020 Ferrara ha provveduto alla cremazione di decine e decine di salme vittime di Covid arrivate da Bergamo, città in cui era scoppiato un focolaio ma all’epoca incapace di far fronte all’emergenza. Cremazione per cui «Ferrara è stata l’unica città che non ha fatto sconti – riporta Anselmo -. La gente di Bergamo è stata trattata con le tariffe più alte». Ma non finisce qui: «Queste somme sono servite a finanziare aziende che organizzano feste e concerti – attacca -. Mezzo milione di euro di danaro pubblico elargito ad un’impresa privata dalle famiglie costrette a seppellire un loro caro rivolgendosi ad un’impresa di pompe funebri controllata interamente dal Comune». Rimanendo in tema di sanità, Anselmo non si trattiene: «Questa è la sincerità del sindaco Alan Fabbri e della verve che ci mette nel criticare la Regione Emilia-Romagna per la gestione sanitaria: a Fabbri della sanità non interessa nulla se non fare telefonate spot e spettacolo in pronto soccorso dando di sé una dimensione falsa da eroe».

La risposta di Alan Fabbri non si fa attendere ed ecco che il sindaco premette: «Ho detto a più riprese che avrei condotto una campagna elettorale pulita senza attacchi, ma che avrei replicato di fronte a parole e frasi sopra le righe. E così farò». L’obiezione alle accuse: «Fabio Anselmo insinua che abbia aumentato le tariffe della cremazione, ma queste non sono state decise da me, bensì dal Consiglio comunale. Le tariffe utilizzate per le bare di Bergamo sono state stabilite dall’amministrazione del Partito democratico. Ferrara ha applicato le tariffe standard per qualsiasi persona deceduta: per malattia, per Covid, per incidente stradale o altro» espone il primo cittadino, che torna con la mente a quel periodo «quando si è totalmente impotenti di fronte al dolore delle persone che chiedono risposte». Fabbri ammonisce l’avversario politico: «Strumentalizzare i morti per una campagna elettorale già persa in partenza lo trovo vergognoso, oltre che dannoso per raggiungere l’obiettivo». In allegato Fabbri posta la lettera di ringraziamento del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, per «la vicinanza e aver accolto i miei concittadini e i loro cari nel cimitero della tua città».

Replica e controreplica avevamo detto, pertanto Anselmo ribatte, precisando che sì «tra la fine di marzo e l’inizio di aprile 2020 il cimitero la Certosa ha accolto le salme provenienti da Bergamo e che le tariffe della cremazione erano state fissate dal consiglio comunale durante il precedente mandato, ma Fabbri si è premurato di omettere che altri comuni, come Bologna e Padova, per incontrare le esigenze di una città allo stremo, nel mese di aprile 2020 hanno sottoscritto delle convenzioni con validità retroattiva per l’adozione di tariffe calmierate, fortemente ridotte, specificatamente pensate per l’emergenza pandemica. Il Comune di Ferrara no. Se il sindaco avesse sottoposto la questione d’urgenza in Consiglio comunale nessun consigliere si sarebbe opposto ad un provvedimento del genere, ma così non è stato e le tariffe sono rimaste quelle. Scelte politiche che ci hanno resi protagonisti di un servizio del TG1 il 23 aprile, quando la figlia di una vittima del Covid ha ricevuto, 30 giorni dopo la cremazione del padre deceduto, la fattura». Insomma, Fabbri avrebbe potuto fare ma non ha fatto: questo il resoconto della vicenda.

La comunicazione

Per fare campagna elettorale i metodi sono innumerevoli, ma chi fa parte dell’amministrazione comunale e si ricandida, deve stare attento a non violare i comizi elettorali e rispettare il divieto di comunicazione istituzionale, detto anche silenzio elettorale, vigente dall’11 aprile. Infatti, secondo l’art. 9 della legge n. 28/2000: «Dalla data di convocazione dei comizi elettorali (11 aprile) e fino alla chiusura delle operazioni di voto ( 9 giugno), è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione (con i mezzi del Comune, ndr), ad eccezione di quella effettuata in forma impersonale ed indispensabile per l’efficace svolgimento delle proprie funzioni». E l’ultima conferenza convocata dall’assessore Fornasini nelle sale del Municipio per replicare alle «insinuazioni», così le aveva chiamate lui, in materia di indebitamento e fondo di riserva, non è passata inosservata. «Stiamo valutando una serie di azioni su diversi piani – comunica l’avvocato Anselmo -. Un esposto per violazione del silenzio elettorale alle autorità competenti, Corecom in testa (comitato regionale per le comunicazioni) e su altri ambiti».Toni, si diceva all’inizio, che si stanno via via inasprendo e polarizzano fortemente la campagna elettorale. Tuttavia, forse non tutti ricordano che i candidati sindaci sono quattro, mentre ora l’attenzione è esclusivamente rivolta ai “pesci grossi”. È risaputo che se non si seguono le regole del gioco si viene tagliati fuori e questo sta succedendo agli altri due candidati (Zonari e Botti). Di fatto, Fabbri sta legittimando Anselmo come suo unico avversario: un’anticipazione del ballottaggio?