Lega Calabria. La grottesca marcia indietro del “traditore” Mancuso, inaffidabile sia per Salvini sia per Occhiuto

Si era detto tanto circa il passaggio del presidente del consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso, leghista a “convenienza”, dentro le file di Forza Italia. Un passaggio che molti davano per scontato, primo tra tutti il presidente Occhiuto, che però alla fine è caduto nella trappola che lo stesso Mancuso con la sua “cricca di falsi leghisti” aveva orchestrato. Ossia farsi rieleggere prima della scadenza naturale di metà legislatura alla carica più alta del consiglio regionale ed in cambio trasferirsi “di casa” prima del voto delle Europee.

Ma come abbiamo avuto modo di vedere questo non è avvenuto, anzi il buon Mancuso ha pensato bene di candidarsi proprio con la Lega alle Europee non rispettando così l’impegno assunto con Occhiuto che si è lascito fregare e ha dovuto masticare un boccone veramente amaro. Mancuso pensava di essere il “più dritto” di tutti ed era< sicuro che avrebbe fatto le scarpe al segretario regionale Saccomanno, non sapendo però che Il sottosegretario Claudio Durigon è molto più astuto di lui e da buon romanaccio lo ha saputo abbindolare con false promesse e gli ha mollato il “pacco” proprio subito dopo l’esito del voto delle Europee, che ha visto comunque Mancuso racimolare “solo” 20 mila preferenze, un po’ pochine per uno che gestisce potere fa clientelismo e sperpera denaro pubblico in giro per la Calabria.

Ma comunque, tornando al “pacco” di Durigon dopo il voto delle Europee, il sottosegretario avrà spiegato al buon Mancuso che non era fattibile quello che aveva promesso in cambio della candidatura ossia la segreteria regionale della Lega in Calabria poiché visto il misero 9% ottenuto, è meglio che la Lega continui a stare sotto Il controllo del fido Saccomanno molto vicino a Salvini (e più affidabile di Mancuso).

Per tutta risposta leggiamo in queste ore la dura presa di posizione – guarda un po’ critica verso la Lega – proprio del presidente Mancuso che assume toni di disappunto nei confronti della legge appena votata in Parlamento sull autonomia differenziata, di fatto quindi criticando il suo stesso partito e tornando a bussare alla porta di Occhiuto, sperando magari di riaprire di nuovo con lui una chance dentro Forza Italia. Ma Occhiuto non è fesso: ormai non se lo fila più e Mancuso potrà solo sperare di riuscire a finire la legislatura per poi tornare a fare quello che faceva prima… una beata… mazza!