Marcello Dell’Utri e il carcere: «Meglio di questa persecuzione. Silvio? Lo sogno quasi sempre»

Marcello Dell’Utri rischia il rinvio a giudizio per le stragi mafiose del 1993. L’ex dirigente di Publitalia e fondatore di Forza Italia ha ricevuto l’avviso di chiusura indagini dai pubblici ministeri di Firenze, che di solito prelude la richiesta. E oggi in un’intervista al Giornale dice che sogna Silvio Berlusconi «quasi tutte le notti» e che è meglio il carcere delle persecuzioni. Dell’Utri è malato di cancro, dice a Hoara Borselli: «Mi sento discretamente bene, anche se la cura mi lascia molto debole. Privo di energie. Non mi lamento». Mentre la sua «persecuzione giudiziaria» deriva dal contrasto «tra la magistratura e il presidente Berlusconi. Vogliono dimostrare di avere i muscoli per vincere. La loro è solo una prova di forza. Ma non hanno elementi. Non hanno niente. Solo i muscoli. Non esiste niente di quello che hanno messo in campo. Niente di niente. Solo cattiveria».

Il conto corrente dei figli

Dell’Utri sostiene anche altro: «Io sono ancora vivo perché sono riuscito a crearmi una corazza. Altrimenti non sarei qui a parlare con lei. Ho visto amici e conoscenti lasciarci le penne per molto meno. La cosa che mi dispiace di più è che hanno messo in mezzo anche la mia famiglia. Anche i miei figli. Lei sa che i miei figli non riescono ad avere un conto corrente in banca? Cosa c’entrano loro con la mia carriera politica?». E aggiunge che «è stato un incubo la galera. Rispetto a quello che fanno adesso era quasi meglio quando stavo in galera». A che si riferisce? «Per esempio all’irruzione che mi hanno fatto in casa: è stata forse peggio della galera. Della galera a un certo punto uno se ne fa una ragione. Io l’ho anche usata per fare delle cose buone. Poi finisce. Qui invece non finisce mai…».

La generosità di Berlusconi

Dell’Utri aggiunge che di Berlusconi «tante cose non sappiamo. Per esempio si conosce poco la sua generosità. Mi ricordo un fatto del 1974. Stavo ad Arcore. Ci fu la storia di un cameriere che era stato colto con le mani nel sacco. Era uno slavo. E allora la moglie di Berlusconi gli disse: “Silvio, dobbiamo licenziarlo”. E lui chiese: “Ma perché?”. E la moglie: “Perché ha rubato, non ti sembra un motivo sufficiente?”. “Se ha rubato – risponde Berlusconi – aveva bisogno. Quanto prende di paga?”. La moglie disse una certa cifra che ora non ricordo, e Berlusconi rispose: “Troppo poco, certo che poi ruba. Aumentiamogli la paga”. Io rimasi allibito, all’epoca. Poi ho capito tante cose. Le assicuro che lui ragionava così. Era un generoso, capiva le debolezze degli altri, e nessuno sa quante persone ha aiutato. Lei non ha idea di quante persone ricevevano un mensile da lui».

Sognare Silvio quasi tutte le notti

L’ex Publitalia dice Berlusconi «lo sogno quasi tutte le notti. Un po’ lo sogno da vecchio, a volte da giovane. Mi manca moltissimo. Era un grande conforto. Anche negli ultimi tempi, sempre qualche idea, qualcosa di nuovo…». Poi rivela l’ultima volta che l’ha visto: «Ero a colazione ad Arcore. E lui stava scrivendo delle regole per Forza Italia. E poi mi disse: “Tu dovresti fare il selezionatore dei prossimi candidati di Forza Italia”. Gli dissi: “Ma io ormai sono vecchio”. Lui insistette: “No, no, devi farlo tu”. E allora, come sempre, accettai. E lui mi diede dei fogli nei quali c’era scritto cosa fare per rifondare il partito. Naturalmente li conservo».