Massoneria nel caos. Il Rito Scozzese ricorda: “Abbiamo garantito la tenuta nei periodi bui della P2 e delle inchieste di Cordova”. La lettera al Goi

Illustrissimo e Venerabilissimo Gran Maestro,
abbiamo letto con vivo dolore il Vostro Decreto n.10/AS del 13/6/2024, che scava un profondo solco tra il Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani, di cui Voi reggete il maglietto, e il Rito Scozzese Antico ed Accettato per la Giurisdizione Massonica Italiana, di cui Noi siamo Sovrano Gran Commendatore.

Nelle rispettive qualità, abbiamo distinte ma sovrapponibili responsabilità nei confronti dei Fratelli, nei confronti delle Istituzioni che guidiamo, nei confronti delle Potenze Massoniche Internazionali, nei confronti dell’Italia, nei confronti della nostra storia.
È sulla base di queste responsabilità che facciamo appello alla Vostra sensibilità ed attenzione rispetto alle parole che seguono.

Siamo uomini della Luce e in piena Luce dobbiamo agire. La Luce, innanzitutto, dei fatti.
Negli ultimi mesi si sono tenute le elezioni per il Gran Maestro del GOI. Tra i candidati, Voi, Antonio Seminario, Gran Maestro Aggiunto in carica del GOI e Membro Attivo del Supremo Consiglio, e Leo Taroni, Membro Attivo del Supremo Consiglio e Sovrano Gran Commendatore Emerito del Rito Scozzese.
Le ripercussioni negative, gli spunti di turbamento dell’armonia dei lavori del Rito Scozzese sono stati numerosi. Li abbiamo ritenuti in qualche modo fisiologici e, comunque, inevitabilmente legati alla limitata fase elettorale.

Terminate le elezioni, siete stato proclamato Gran Maestro; questo dato è contestato dal Fr. Leo Taroni. La questione seguirà le strade previste da regolamenti e leggi, ma non può e non deve turbare né l’armonia dei Fratelli, né la serenità del Rito Scozzese, né i corretti rapporti istituzionali tra Grande Oriente d’Italia ed R.S.A.A.

In concomitanza con questo periodo e nei mesi immediatamente successivi alle elezioni, il Grande Oriente d’Italia ha assunto provvedimenti disciplinari nei confronti dei seguenti Fratelli, tutti Membri Attivi del Supremo Consiglio:
– Edo Biondo, (Luogotenente Sovrano Gran Commentatore) prima sospeso, poi condannato e non ancora riammesso ai lavori; (revisione giugno 2022)
– Gian Paolo Barbi (Sovrano Gran Commendatore), Andrea Roselli (Gran Priore), Giuseppe Caprarola (Gran Cancelliere), Stanislao Saeli (Gran Tesoriere), Valter Guandalini (Grande Oratore), prima sospesi e poi espulsi.

Ed ha avviato l’istruttoria per provvedimenti disciplinari nei confronti del Sottoscritto e dei Pot.mi Fratelli Leo Taroni e Mauro Stradella, ed in ultimo, sulla base di quanto Ci è stato riferito, quasi certamente nei confronti anche dei Pot.mi Fratelli Francesco Tenella Sillani e Alessandro Natali, tutti Membri Attivi del Supremo Consiglio.
In totale undici, di cui Barbi ed altri, sospesi mentre rivestivano le cariche apicali del Rito Scozzese.

Lo Statuto del Supremo Consiglio prevedeva l’automatica applicazione all’interno del Rito Scozzese dei provvedimenti disciplinari assunti dal GOI (previsione riportata anche nel ‘Protocollo d’Intesa’), laddove gli Statuti del GOI non prevedono una normativa simmetrica.
In pratica, l’azione disciplinare interna al GOI è caduta come una mannaia sul Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato, con l’esclusione di sei Membri Attivi, tutti Fratelli che nella lunga militanza nel Rito Scozzese si sono sempre distinti per i loro alti meriti e non hanno mai commesso alcuna infrazione, e la prevedibile esclusione di altri cinque, egualmente meritevoli.

A breve, lungo questa strada, il Supremo Consiglio sarebbe stato composto solo da Voi, che ne fate parte in quanto Membro Attivo a prescindere dalla Vostra carica di Gran Maestro dell’Ordine, e pochi altri, di cui quasi tutti, nella loro assoluta e intangibile libertà personale, si sono espressi a Vostro favore nel corso delle elezioni per il Gran Maestro.
Il Sovrano Gran Commendatore non può e non deve interferire nella vita del Grande Oriente d’Italia; deve, anzi, operare per impedire che il Rito Scozzese ingerisca nella vita del GOI. Ma ha il dovere anche di tutelare l’integrità e l’autonomia del Supremo Consiglio del Rito Scozzese e di tenere in massima considerazione la libertà individuale di ciascuno dei Fratelli Scozzesi.

Veniamo agli ultimi accadimenti.
Nel corso della festa del Rito Scozzese del 8 giugno Voi, in qualità di Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, avete preannunciato la modifica unilaterale dei “Protocolli d’Intesa” ossia degli accordi di collaborazione tra il GOI e il Rito Scozzese vigenti da pochi decenni.
Il Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato per la Giurisdizione Massonica Italiana, consesso di cui anche Voi, in quanto Membro Attivo, fate parte, nel Convento Sovrano del 9 giugno ha deliberato, nella propria autonomia statutaria, alcune modifiche ordinamentali.

In particolare, come Voi sapete:
– Sono stati aboliti i punti 5 e 6 dell’art.17 Statuto, che prevedevano l’automatico recepimento nell’autonoma organizzazione del Rito Scozzese dei provvedimenti disciplinari irrogati dal Grande Oriente d’Italia nei confronti degli affiliati (evidenzio, a margine, che non esistono prescrizioni simmetriche nell’ordinamento interno del GOI);
– È stato modificato il tenore dell’art.12 dello Statuto e dell’art.3 del Regolamento, laddove limitavano l’appartenenza al Rito ai Fratelli che fossero “membri attivi” della Gran Loggia della Libera Muratoria simbolica tradizionale riconosciuta. Ora possono essere membri del Rito Scozzese Antico ed Accettato anche i Fratelli che “sono stati” membri attivi di una Loggia all’obbedienza della Gran Loggia della Libera Muratoria simbolica tradizionale riconosciuta.

Non è vero, quindi, come è scritto nelle note al Vostro Decreto, che “è stata ammessa e consentita la iscrizione al RSAA anche di massoni appartenenti a comunioni diverse dal Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani”: l’art.6 dello Statuto, che recita “Il R.S.A.A. riconosce, per il territorio italiano, come Gran Loggia della Libera Muratoria simbolica tradizionale il Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani”, è tuttora vigente e inoltre possiamo assicurare con la massima certezza che nessun Membro Attivo ha mai inteso consentire l’iscrizione al R.S.A.A. anche di Massoni appartenenti a comunioni diverse dal Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani.

Successivamente a questa deliberazione, adottata legittimamente dalla massima Assise del Rito Scozzese, Vi abbiamo scritto nella qualità di Gran Maestro, per evidenziare che le parti dei “Protocolli” che rispecchiavano la normativa interna del Rito Scozzese emendata dal Supremo Consiglio, non potevano più trovare applicazione. Nella stessa missiva Vi abbiamo manifestato “la massima disponibilità ad aprire un confronto sereno e approfondito per valutare insieme nuove e più solide basi su cui regolare i reciproci rapporti istituzionali, per creare l’Armonia dal Caos, continuando il nostro lavoro per il bene dell’Umanità e alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo”.
A valle di questa Nostra, avete assunto la determinazione di sospendere i rapporti tra il Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani e il Supremo Consiglio del 33° grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato per la Giurisdizione Massonica Italiana, proibendo ai Fratelli affiliati al GOI di aderire al Corpo Rituale e di partecipare a “qualsivoglia sua attività rituale e/o non rituale”.

Questa Vostra determinazione rischia di aprire una ferita di portata storica nella Massoneria Italiana e crea forte disagio in alcune migliaia di Fratelli Maestri, all’obbedienza del GOI e affiliati al Rito Scozzese. Moltissimi di loro, come Voi e come Noi, hanno una lunghissima militanza tanto nel GOI quanto nel Rito Scozzese. Si tratta di Fratelli Maestri che hanno avuto, per decenni, la libertà di frequentare tanto il GOI quanto il Rito Scozzese (i cui percorsi non presentano alcuna incompatibilità), per perfezionare il loro cammino simbolico con l’insegnamento degli Alti Gradi.

Libertà di cui hanno goduto per tutta la vita, libertà che è massimo valore per la Massoneria, libertà che, grazie alla Rivoluzione Francese, è garantita in tutte le democrazie occidentali. La libertà di operare nel solco della Tradizione.
Il Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato nasce a Milano nel il 15 marzo del 1805 sotto gli auspici del Supremo Consiglio di Charleston. Fu il Supremo Consiglio del Rito Scozzese Italiano ad istituire ritualmente il Grande Oriente d’Italia il 20 giugno 1805.

Tra le due Istituzioni vi è stata piena integrazione fino al 1922 e comunque, fino ad oggi, piena coesione, nella finalità comune dell’elevazione dell’Uomo, per il bene ed il progresso dell’Umanità. La regolarità del Supremo Consiglio e del Grande Oriente ha retto anche alla scissione del 1908.
E la regolarità del Supremo Consiglio ha contribuito a garantire la tenuta, Internazionale e Nazionale, del Grande Oriente d’Italia durante i periodi bui della P2, delle inchieste di Cordova e del disconoscimento da parte della UGLE.

Tutt’oggi il Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato per la Giurisdizione Massonica Italiana è riconosciuto da 62 Supremi Consigli nel mondo.
Recentemente abbiamo avuto la gioia di festeggiare il ripristino del riconoscimento del GOI da parte della UGLE.

Ci sono tutte le premesse per continuare a garantire ai Fratelli Maestri Massoni un percorso di crescita individuale attraverso il metodo simbolico, nei tre gradi della Massoneria Azzurra e negli Alti Gradi del Rito Scozzese, nella continuità della tradizione, nel nome della Massoneria Universale, alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo!
È necessario che i rapporti tra Grande Oriente d’Italia e Supremo Consiglio del Rito Scozzese continuino ad essere ispirati al mutuo riconoscimento, alla collaborazione, alla non interferenza, al rispetto dei precipui spazi di lavoro.

La reciproca garanzia di autonomia e non interferenza è a tutela della libertà, della serenità e del perfezionamento dei Fratelli Maestri del GOI che hanno scelto la strada Scozzese.
Guardando ai 220 anni di storia comune, la formalizzazione dei rapporti tra Massoneria Simbolica e Rito Scozzese in “Protocolli” è relativamente recente.
È evidente a tutti che le regole vigenti si sono rivelate inadeguate a perseguire tali nobili finalità.

Voi stesso avete ravvisato la necessità di rivedere questi accordi, come dichiarato pubblicamente pochi giorni fa. Allo scopo di rivederli e meglio regolare i rapporti tra Grande Oriente d’Italia e Rito Scozzese, nuovamente Vi invitiamo ad un proficuo confronto per costruire nuove e più solide basi su cui regolare i reciproci rapporti istituzionali.
L’opportunità o la necessità di rivedere i rapporti tra Ordine e Rito non ledono l’autonomia e la vita del Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani né quelle del Rito Scozzese Antico ed Accettato per la Giurisdizione Massonica Italiana al punto da causare la frattura che è stata aperta.

Vi chiediamo accoratamente un segno di apertura: ritirate il divieto di affiliazione al Rito Scozzese e di frequenza dei suoi lavori che avete imposto ai Fratelli Maestri del GOI!
Questo divieto sottrae spazio al loro percorso di elevazione personale, comprime ingiustamente la libertà personale e di associazione di cui hanno sempre goduto – libertà che sono tutelate dalla tradizione Massonica e dall’ordinamento civile – e provoca tanta, diffusa e ingiusta sofferenza.
Una volta ripristinate le minime condizioni di agibilità per i Fratelli e di relazione tra Istituzioni, potremo incontrarci e riannodare i fili recisi.
Come scriveva Guenon, il dovere degli iniziati è “riunire ciò che è sparso”.
È nostro dovere di Sovrano Gran Commendatore e, riteniamo, dovere del Gran Maestro garantire il clima sereno e collaborativo, di rispetto e fratellanza necessari al dispiegarsi delle finalità ultime della Massoneria, per il bene dell’Umanità e alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo.

Il sovrano Gran Commendatore Giulio Nigro