Omicidio Bergamini story. Fabio Anselmo: “La testimonianza di Garofalo mette i brividi: questo processo mi ricorda quello di Stefano Cucchi”

In attesa della requisitoria del pm Luca Primicerio, prevista a partire dal prossimo 8 luglio, ricostruiamo le udienze del processo Bergamini.

14 OTTOBRE 2022 – 25^ UDIENZA – IL PENTITO GAROFALO: “GLI ASSASSINI COPERTI DA FORZE DELL’ORDINE E GIUDICI (https://www.iacchite.blog/omicidio-bergamini-25-udienza-il-pentito-garofalo-la-malavita-non-centra-gli-assassini-erano-coperti-da-forze-dellordine-e-giudici/)

di Saverio Di Giorno

La voce dell’avvocato Fabio Anselmo è distesa dall’altro capo del telefono. Come dopo una battaglia, e tale è il processo Bergamini. Il processo Bergamini è un caleidoscopio di relazioni, meccanismi, avvicendamenti. Rimandi. Guadare attraverso i 33 anni (il 18 novembre) di questa vicenda significa insudiciarsi del silenzio, delle coperture e delle connivenze che si avviluppano attorno a quel corpo. Denis è un simbolo delle conseguenze del Potere deviato in Calabria e questo l’avvocato ce l’ha ben presente: “Mi hanno detto di quanto possa essere importante questo processo in Calabria”. 

E importante lo è. E tale importanza l’avvocato se la sente tutta addosso. Qual è il clima del processo?

“Questo processo è quasi fisico sotto molti aspetti. La fatica che stiamo facendo prova fisicamente. Sono abituato a processi complicati, ma in questo caso probabilmente si è andati un po’ oltre. Per molti aspetti mi ricorda il processo Cucchi… anche in questo caso mancate verifiche, comportamenti devianti sono costati oltre trent’anni di verità mancata oltre che un cumulo di risorse per la famiglia Bergamini non indifferente. Tutte cose le cui contraddizioni stiamo facendo emergere chiaramente”.

Un processo Cucchi però nato e morto in Calabria. Una terra dalla quale raramente escono racconti che riescono a farsi nazionali e coinvolgere attenzione pubblica come in questo caso. In Calabria i poteri deviati sono abituati a pensare di poter controllare notizie, di arrivare nelle procure e in ogni stanza che conta. Un episodio in particolare ricorda l’avvocato Anselmo.

“Dopo che l’ex pm Abbate fu sentito, e le sue frasi erano un continuo intercalare di espressioni come ‘non me lo so spiegare’, ben tre giudici popolari furono irreperibili. In vent’anni di carriera non mi era mai capitata una cosa del genere, magari è un caso però ci diede molto da pensare”.

D’altra parte i poteri che garantirono le coperture e gli insabbiamenti di questo caso possono valere anche in molti altri casi. Lo stesso collaboratore di giustizia Garofalo, sentito nel processo dopo aver specificato che si trattava di una questione privata e non mafiosa, racconta il clima marcio che si respirava tra procura, politica e imprenditoria.

La testimonianza di Garofalo mette i brividi. Ho potuto affacciarmi su un mondo molto più ampio. Mi è dispiaciuto non aver potuto avere la risposta alla domanda sulle coperture. Avevo chiesto appositamente perché molte cose sarebbero potute essere di interesse …”

Tutto sommato a questa domanda Garofalo aveva già risposto in un’intervista nella quale aveva parlato degli avvocati stipendiati e dello stato di corruzione della magistratura. http://www.iacchite.blog/cosenza-lomicidio-bergamini-la-lobby-degli-avvocati-e-la-strategia-dei-falsi-pentiti/

“Ho letto quell’intervista. Molto interessante: in quell’intervista lui parla dell’avvocato Pugliese che ha un ruolo in questo processo (è il difensore di Isabella Internò, alla sbarra per omicidio volontario pluriaggravato, ndr). Ma forse si sono volute evitare polemiche ulteriori”.

Ad ogni modo, vincere questa battaglia in Calabria è un segnale importante. Significherebbe dimostrare di poter uscire da un clima torbido e fitto, dove ogni passo affonda in un terreno difficile e fangoso. È consapevole di questa importanza?

“Me lo hanno detto. Forse è possibile, ma non so quanto è pericoloso. Chi mi vuole bene mi ha detto di stare attento a qualche incidente nei lunghi viaggi in auto verso la Calabria … ma voglio pensare che sia solo una battuta”.