Reggio e il “voto di cosca”. Gli incontri di Neri con il gruppo di Sambatello e l’appoggio “aumm aumm” a Mimmetto Battaglia e Giovanni Muraca

La complessa strategia elettorale decisa dalla cosca Araniti portava alla contestuale scelta di più candidati da appoggiare, avendo tuttavia ben presente il candidato vincente su cui convogliare il maggior numero di voti.
Detti candidati (poi effettivamente eletti), saranno rappresentanti, per le elezioni regionali del 2020 e 2021, da NERI Giuseppe’ (coalizione di centrodestra) mentre, in ambito comunale, l’appoggio preponderante andrà al candidato consigliere comunale SERA Giuseppe Francesco.

Gli ulteriori candidati appoggiati, sempre sotto la direzione di BARILLA’ Daniel, saranno, durante le elezioni regionali del 2021, BATTAGLIA Domenico Donato detto “Minnetto” e, in misura minore, MURACA Giovanni — entrambi di coalizione di centrosinistra. La scelta, come dichiarato espressamente dal BARILLA’ in diverse occasioni, sarà funzionale sia a depistare il suo appoggio principale al candidato scelto dalla cosca [NERI Giuseppe (in ambito regionale)], sia a non compromettere la sua immagine di politico di centrosinistra, essenziale per non attirare le attenzioni investigative e così continuare ad agire sostanzialmente indisturbato.

Il ruolo di mediatore tra il mondo politico e la cosca ARANITI svolto dal BARILLA’ risulta poi chiaro ai diversi candidati che si interfacciano con quest’ultimo. Lo stesso verrà sempre considerato voce degli ARANITI e, in particolare, di quello che tutti sanno essere il reggente la cosca, ARANITI Domenico “il Duca”, comprendendo a pieno che la capacità di convogliare voti che tutti riconoscono al medesimo BARILLA’ non derivava dal suo talento politico, ma dall’influenza che egli era in grado di esercitare sugli elettori sottomessi al giogo della cosca capeggiata dal suocero.

Detto assunto emerge dalle molteplici conversazioni in cui durante le elezioni si fa espresso riferimento agli ARANITI per individuare le strategie politiche veicolate dal BARILLA’ e dal confronto di quest’ultimo con il capocosca ARANITI Domenico “il Duca”.
In occasione del sostegno elettorale fornito al Consigliere Comunale uscente SERA Giuseppe Francesco, durante lo svolgimento della sua campagna elettorale e dopo aver ottenuto l’appoggio elettorale del BARILLA’, il candidato farà addirittura visita personalmente ad ARANITI Domenico, definendolo un «dovere»'”.

Dall’altro lato, vedremo come NERI Giuseppe era perfettamente consapevole del fatto che dietro le grandi manovre politiche del BARILLA’ vi era il suocero ARANITI Domenico “il Duca”, poiché lo aveva appreso direttamente dal BARILLA’.

Difatti, lo stesso NERI nel commentare le giustificazioni dategli dal BARILLÀ per il sostanziale rifiuto di raccogliere voti a favore del candidato Luigi DATTOLA, raccontava a IANNÒ Mario”, suo fedelissimo, di aver appreso, direttamente dal BARILLA’, che tale scelta era stata decisa dal suocero ARANITI Domenico, a seguito della “chiamata” che questi aveva ricevuto da parte dello stesso candidato: «Peppe SERA… personalmente (…) “ha chiamato mio suocero giovedì scorso ” °(ovvero ARANITI Domenico alias il Duca) rendendo di fatto impossibile optare per un candidato diverso dal SERA.

Tornando, poco dopo, sull’episodio in parola, il NERI affermava che il BARILLÀ era stato «stretto» «Io ha stretto suo suocero capito?» poiché «Peppe SERA… personalmente» era «andato da suo suocero e gli ha detto “oh, eh eh…” … e si è vergognato a dirlo».
A fugare ogni dubbio circa la volontà del NERI di siglare il patto elettorale con la cosca ARANITI e non soltanto con il BARILLA’ saranno poi le numerose intercettazioni del procedimento c.d. Eyphemos, in cui CREAZZO Antonino, fratello del candidato CREAZZO Domenico nella campagna elettorale delle regionali del 2020, dopo aver stigmatizzato il comportamento della cosca ARANITI — che aveva minacciato il suo amico e grande elettore BIVONE per farlo desistere dal votare il CREAZZO — interloquendo con una pletora di persone sul punto, ne parlerà con lo stesso NERI nel corso di un aspro confronto avvenuto prima del voto del 2020.

D’altro canto, i contatti diretti con GATTUSO Franco e il discorso tra i due dimostrano come il NERI fosse disposto a tutto pur di arrivare alla vittoria, non fermandosi all’accordo con il BARILLA’ e gli ARANITI, ma cercando il voto dei soggetti appartenenti o gravitanti alle cosche storiche operanti sul territorio.

Ed ancora, sotto il medesimo profilo, sono illuminanti le dichiarazioni del collaboratore di giustizia DE CARLO Maurizio Pasquale, appartenente alla cosca DE STEFANO, che ha espressamente dichiarato di essersi accordato con il NERI per il procacciamento di voti in suo favore, facendosi aiutare dal cognato e associato di spicco della medesima consorteria di`ndrangheta, MOLINETTI Luigi detto Gino la belva.

Ma ecco i termini del voto di scambio politico-mafioso.
Le elezioni per il rinnovo della Giunta e del Consiglio Regionale della Calabria del 26 e 27 gennaio 2020 e c.d. voto di cosca in favore di NERI Giuseppe.
Le strategie della cosca ARANITI durante le varie tornate elettorali oggetto di indagini hanno un minimo comune denominatore: la fluidità che si adatta al contesto politico maggiormente favorevole.

Non deve sorprendere quindi che, pur essendo lo stesso BARILLA’ associato tradizionalmente al centrosinistra reggino, nel corso della campagna elettorale per le elezioni regionali del 2020, e poi in modo meno evidente nel 2021, diventi uno dei protagonisti del procacciamento di voti a favore di NERI Giuseppe, candidato per il partito Fratelli d’Italia. D’altronde, la conoscenza con quest’ultimo era risalente e lo stesso NERI era stato a capo del medesimo circolo (quale commissario) fino al 2018, per poi passare al centrodestra.

Astutamente, nel medesimo contesto elettorale e per non rovinare i suoi tradizionali rapporti con il centrosinistra, lo stesso BARILLA’ non negava il suo appoggio, seppur in modo molto limitato rispetto a quello di NERI, al candidato del PD, BATTAGLIA Domenico Donato detto Mimmo.

Il BARILLA’, infatti, è sempre pronto a indirizzare il voto della cosca verso il migliore offerente, a prescindere dalla sua fede politica, sfruttando al massimo il pacchetto di voti che l’aura della cosca ARANITI gli garantisce e gli consente di gestire, anche attraverso i suoi fedelissimi, il c.d. gruppo (elettorale) di Sambatello, composto da diversi soggetti che possono arrivare a godere di un rapporto più stretto con “il Duca” ARANITI Domenico e che sono tuttavia destinati a svolgere compiti di natura prevalentemente politica, senza quindi sporcarsi le mani negli affari illeciti della cosca, anche per preservarli da un’esposizione eccessiva e dannosa per la strategia di infiltrazione istituzionale degli ARANITI.

Così ancora i PP.MM.:
Tra questi soggetti spicca il ruolo di CATALANO Paolo Pietro, che si muove nella direzione segnata dal BARILLA’ e dal capocosca ARANITI Domenico.

Naturalmente, il supporto della macchina elettorale della cosca ha un prezzo, che i candidati che ne richiedono i servigi sanno bene di dover pagare. Ed è altrettanto chiaro che la finezza dei comportamenti che conducono all’incontro delle volontà sul punto passa attraverso dichiarazioni e comportamenti concludenti che non possono essere valutati in modo frazionato, ma devono essere frutto di una lettura coordinata e globale delle singole condotte in cui si manifesta la promessa di procacciamento dei voti, da un lato, e la controprestazione o la relativa promessa, dall’altro lato.

La conferma della tesi sostenuta è data dalla viva voce di NERI Giuseppe che, dopo essersi accordato direttamente con il rappresentante del settore politico della cosca ARANITI, BARILLA’ Daniel, si incontra con i vari soggetti facenti parte del c.d. gruppo di Sambatello, siglando patti di scambio con cui garantirà la sua messa a disposizione per la distribuzione di incarichi e opportunità di guadagno ai soggetti indicati e, per BARILLA’ Daniel, come verrà specificato, la nomina “quale professionista esterno per la redazione di un progetto di Piano per lo sviluppo infrastrutturale e della mobilità nell’Area dello Stretto, con un compenso previsto di Euro 2.285,98 curo (oltre gli eventuali oneri di legge), avvenuta con delibera n. 12 de 12.11.2020, firmata da NERI Giuseppe, nella sua qualità di presidente della “Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello stretto”.

Inoltre, dall’importante conversazione tra CATALANO e BARILLA’ circa l’incarico da parte del BARILLA’, si evince chiaramente che il NERI aveva promesso una disponibilità a soddisfare interessi ulteriori e più ampi, obiettivo principale del progetto di insediamento politico-istituzionale voluto dal BARILLA’ e dal capocosca ARANITI Domenico (BARILLA’ Daniel: quelli ce li doveva dare quello là, come eravamo rimasti… poi lui ha detto ci… poi mi ha detto a me: ci vediamo nel week end…nel week end andiamo e parliamo. Dico: Peppe di che cazzo parliamo… cioè tu qua… (inc.)… intesa… (inc. pronuncia parole a bassa voce) … cioè io così dico: Peppe ma tu vuoi che io personalmente diciamo, ti mando un saluto…
CATALANO Paolo Pietro: e quello devi fare…non sto…(inc.)…BARILLA Daniel: più quello che avevamo detto…senn à noi non parliamo di niente! voglio dire…di questi qua siccome mi dovrebbero arrivare per Natale ho detto…).

Nel ragionamento fatto dai due strateghi, inoltre, solo la conferma di tale promessa fatta in precedenza dal NERI avrebbe portato alla conferma dell’impegno elettorale già profuso per elezioni regionali del 2020, poi richiesto ancora per le elezioni regionali del 2021 («più quello che avevamo detto sennò noi non parliamo di niente»”).

Per garantire poi che il NERI rispettasse la promessa evidentemente fatta in occasione della tornata elettorale in commento (quella del 2020) il BARILLA’ arriverà poi a prospettare l’intervento di qualcuno di rango più elevato rispetto ai conversanti, usando la metafora del “mandare i saluti” (BARILLA’ Daniel: “Dico: Peppe di che cazzo parliamo… cioè tu qua… (inc.)… intesa… (inc. pronuncia parole a bassa voce) … cioè io così dico: Peppe ma tu vuoi che io personalmente diciamo, ti mando un saluto… CATALANO Paolo Pietro: e quello devi .fare…non sto…(inc.)..) e se si considera che il solo interlocutore CATALANO è ben inserito nei meccanismi della cosca, il riferimento fatto dal BARILLA’ non può che portarci ad individuare detto soggetto apicale nel capocosca ARANITI Domenico, che il NERI aveva ben presente essere il vero centro decisionale del gruppo di Sambatello,

Sempre in tema di utilità promesse, di assoluto rilievo sono le conversazioni tra NERI e lo stesso CATALANO Paolo Pietro, durante le quali quest’ultimo chiedeva esplicitamente di sistemare un suo amico fraterno, da coinvolgere nella campagna elettorale a favore del politico, ossia SERRAINO Alessandro (nipote” del defunto SERRAINO Francesco alias “il re della montagna”); richiesta cui seguiva la promessa illecita del NERI: (CATALANO Paolo «gli dico di darci una mano e poi si vedrà per una logica di lavoro» – NERI Giuseppe: «ma quello… vado e mi siedo io e gli parlo io…».

La base illecita dell’accordo elettorale tra il NERI e il BARILLA’ è poi emblematicamente confermata da quest’ultimo in una delle conversazioni con il suo fiduciario CATALANO Pietro Paolo, che gli chiedeva “soltanto” di non fare brutta figura con le persone di spicco che stava coinvolgendo nel procacciamento dei voti per NERI, facendo intendere chiaramente che le medesime persone avrebbero poi dovuto essere ricompensate per il loro apporto, per tutta risposta il BARILLA’ ribadiva che il NERI, una volta eletto, si sarebbe messo a disposizione e che anzi il CATALANO avrebbe dovuto fare da collettore tra quest’ultimo e i soggetti da ricompensare.

L’ulteriore conferma della perfetta consapevolezza della natura sinallagmatica delle prestazioni pattuite deriva dal dialogo captato tra NERI, RUGOLINO Sergio e GATTUSO Franco, figlio del defunto capolocale di Croce Valanidi ed esponente apicale della “Provincia” `ndranghetista reggina, GATTUSO Francesco (detto Ciccillo), nonché fratello di GATTUSO Demetrio”, coinvolto e tratto in arresto nel 2021, ancorché successivamente assolto, nell’ambito della c.d. operazione METAMERIA, per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. -;
dialogo esplicito in cui il NERI si accordava con l’appartenente all’omonimo familiare di Ndrangheta in cambio della chiara messa a disposizione in favore del GATTUSO:
“…alle ore 11,35, grazie al sistema di intercettazione telematica21r 7 attivato sul telefono di NERI Giuseppe, veniva registrato l’incontro tra NERI Giuseppe, RUGOLINO Sergio e GATTUSO Franco incentrato sul sostegno elettorale fornito da GATTUSO Franco in favore dello stesso NERI— È lo stesso RUGOLINO Sergio, nella sua veste di mediatore dell’incontro, a qualificare con il Consigliere Regionale uscente il tipo di rapporto che lo lega al GATTUSO. Un sentimento di amicizia confermato dallo stesso GATTUSO, il quale non mancava di affermare: «Sergio (…) da una vita».

Andando nel dettaglio della conversazione, GATTUSO Franco riferiva al NERI di avere «una piccola potenzialità» in termini di consenso elettorale, aggiungendo inoltre che «è… da una vita… che siamo tirati dalla giacca); e di aver appreso da «Sergio RUGOLINO «che siete il nostro candidato. Continuando, GATTUSO Franco precisava a NERI Giuseppe che avrebbe fornito supporto elettorale in suo favore – «da parte nostra quello che si può fare si fa al massimo» cercando però di evitare di esporsi pubblicamente —«logicamente platea non ne faccio perché noi siamo_ non so se vi ha spiegato… in periodi un pochettino brutti pure per altri… per altri motivi»— poiché «farei danno anche a Vai» (da intendersi NERI Giuseppe — ndr) ragion per cui, GATTUSO affermava che il sostegno elettorale sarebbe stato fornito stando «un pochettino.. dietro… dietro le quinte.., e facciamo… non c’è bisogno che facciamo platea, gli ultimi giorni raccogliamo quello che ci dobbiamo raccogliere e ti votiamo, non vi dico quanto, non vi dico come…».
Detto ciò, GATTUSO Franco precisava al NERI che lo avrebbe supportato elettoralmente poiché «siete una persona che si può ragionare… pensate di salire.., dopo che siete là se ne parla…».

Le conversazioni che sancivano l’accordo con GATTUSO Franco sono utili anche per approfondire il tema dell’elemento soggettivo del reato ex art. 416 ter c.p. in capo al NERI e della sua piena consapevolezza del sinallagma voti contro favori e della contestuale volontà di siglare l’accordo con l’associazione criminale mafiosa o un suo rappresentante: il GATTUSO, come appena visto, alla presenza del RUGOLINO spiegherà al NERI di fare campagna elettorale “dietro le quinte” per evitare di danneggiare la sua immagine, altrimenti accostata al suo illustre interlocutore e alla sua appartenenza alla `ndrina imperante nel territorio di Croce Valanidi.

La prova del dolo del reato di scambio elettorale politico-mafioso in capo al NERI è progressivamente avvalorata dagli ulteriori elementi emersi con riguardo agli accordi tra il BARILLA’ e il NERI, scaturiti dalla rilevante conversazione tra quest’ultimo e il suo fedelissimo DATTOLA Luigi, in cui entrambi, indicando espressamente il BARILLA’ con il suo nome (Daniel), fanno contestuale riferimento al territorio di Sambatello generalmente inteso, utilizzando il plurale come a sottolineare un’intesa di carattere collettivo nel medesimo ambito territoriale.

In particolare, nella conversazione del 26.11.2019, NERI Giuseppe intratteneva una conversazione con DATTOLA Luigi incentrata, principalmente, sulla possibilità di conquista dei seggi da parte del partito Fratelli d’Italia e sulla vittoria come capolista da parte del NERI. In tale contesto, il DATTOLA chiedeva al suo interlocutore conferma del fatto che fossero andati a Sambatello («poi siete andati a… a Sambatello, poi siete andati, domenica mi diceva»’) e questi rispondeva positivamente specificando che l’accordo per i voti di quel territorio fosse già chiuso proprio con il BARILLA’ («è già chiusa con Daniel»). Acquisita detta notizia il DATTOLA, ben conscio della rilevanza degli ARANITI, ricordava al NERI in modo emblematico: «eh vedi questi sono importanti, questi non votano più a BATTAGLIA»-‘, con un chiaro riferimento a un gruppo, quello di Sambatello, che non poteva esaurirsi con il solo BARILLA’ Daniel; espressione cui seguiva la pronta e sicura risposta del NERI, convinto dell’appoggio della cosca di Sambatello e del relativo potenziale elettorale: «certo… no, questi… guarda te lo dico ad occhi chiusi, mille voti»2133 tra «Reggio e provincia, ma proprio perché li conosco»”.

La piena consapevolezza di aver stretto un patto elettorale con gli ARANITI e, soprattutto, con il loro capocosca ARANITI Domenico è poi definitivamente dichiarata dallo stesso NERI in occasione dei commenti di quest’ultimo con IANNÒ Mario”, suo storico uomo di fiducia, relativi alle giustificazioni addotte dal BARILLA’ per non aver potuto sostenere il candidato prescelto dal NERI per le elezioni comunali reggine, il citato Luigi DATTOLA detto Luigione, dai quali si desume che il NERI avesse ben chiaro che dietro le decisioni del BARILLA’ in materia politico-elettorale si celasse ARANITI Domenico.

Difatti è lo stesso NERI che, spiegando allo IANNO’ il rifiuto del BARILLA’ di raccogliere voti per Luigi DATTOLA, dichiarava di aver appreso, direttamente dal BARILLA’, che tale scelta era stata decisa dal suocero ARANITI Domenico, a seguito della chiamata che questi aveva ricevuto da parte dello stesso candidato: «Peppe SERA… personalmente (…) “ha chiamato mio suocero giovedì scorso ” ovvero ARANITI Domenico alias il Duca), e che era ben conscio che le decisioni politiche del BARILLA’ passassero dal preventivo vaglio di ARANITI Domenico («lo ha stretto suo suocero capito?» «Peppe SERA…personalmente era «andato da suo suocero e gli ha detto “oh, eh eh…”… e si è vergognato a dirlo»…