Reggio. Regionali 2020 e FdI, il “derby mafioso” Neri-Creazzo tra minacce, intercettazioni e appuntamenti

Cirielli e i suoi "picciotti"Creazzo (arrestato) e Neri (chiacchieratissimo)

Nell’ordinanza dell’operazione “Ducale” si analizza con dati di fatto l’intervento dei clan nella campagna elettorale per le Regionali del 2020.

La dimostrazione della consapevolezza in capo al NERI di aver raggiunto l’accordo elettorale non solo con il BARILLA’, ma con l’intera cosca ARANITI di cui il primo era autorevole rappresentante, è definitivamente sancita dalle conversazioni intercettate nel proc. c.d. Eyphemos , effettuate nel pieno svolgimento della campagna elettorale per le elezioni regionali del 2020 ed aventi ad oggetto l’aspro scontro tra il NERI e CREAZZO Antonino, il quale lo accusava non tanto e non solo di aver ottenuto l’appoggio della cosca ARANITI — cosa che il CREAZZO non poteva certo criticare, considerato che anch’egli e il fratello e candidato CREAZZO Domenico avevano fatto ricorso all’ausilio della cosca ALVARO di Sinopoli per ottenere la straripante vittoria di quest’ultimo nella medesima competizione elettorale — ma, soprattutto, di non aver rispettato le implicite regole di ingaggio proprie della competizione elettorale che aveva visto il coinvolgimento delle citate cosche, sconfinando nella minacce mafiose fatte da BARILLA’ Daniel e BORRUTO Ignazio a BIVONE Stefano, suo amico e importante sostenitore del candidato CREAZZO Domenico.

La vicenda verrà narrata nel proseguo dettagliatamente, ma ciò che preme qui rilevare è che l’episodio, oltre che ribadito in tante occasioni dallo stesso CREAZZO Antonino, sarà oggetto del confronto con il candidato NERI, in cui ognuno inviterà l’altro a rispettare i confini elettorali fissati anche dall’intervento delle rispettive cosche di supporto, gli ARANITI per NERI e gli ALVARO per CREAZZO Domenico, così dimostrando di essere pienamente consapevoli che la campagna elettorale dei due candidati era dominata dall’intervento delle citate consorterie mafiose.

Si ripotano le conversazioni rilevanti sul punto tra NERI Giuseppe e CREAZZO Antonino:
Il 19.01.2020, le intercettazioni avviate sul dispositivo telefonico in uso a Nino CREAZZO certificavano l’avvenuto incontro (le cui modalità emergeranno con maggiore chiarezza dai successivi commenti ai quali il CREAZZO si lasciava andare al termine dell’appuntamento) con NERI Giuseppe. Discutendo con l’avversario politico, Nino CREAZZO lo portava a conoscenza delle azioni di minacce che erano state poste in essere da suoi sostenitori verso quelli del fratello Mimmo, chiarendo che i soggetti in argomento si erano recati «da un paesano tuo (quindi di Catona, ndr) e da un paesano mio». Per aiutare il NERI nell’identificazione degli autori delle intimidazioni, il CREAZZO spiegava che si trattava di «uno di Catona e un altro di Sambatello». Udite tali ultime affermazioni, il NERI si affrettava a precisare che «quello di Sambatello, che sta girando per voi… che va benissimo, è andato dai miei e gli ha fatto la cosa, vedi che è al contrario, chiaro
Si riporta la conversazione nel tratto di interesse:

NERI GIUSEPPE: A Catona?

I due, dopo essersi ripromessi di portare avanti la discussione in maniera civile, tornavano nuovamente sull’argomento “minacce”, ed ancora una volta CREAZZO Antonino puntava il dito contro i capi elettori di NERI Giuseppe precisando che «i tuoi,” si erano recati anche a «Bagnara» e che si erano finanche spinti a domandare, ad un di lui amico, che «i voti li vogliono segnati.
Si riporta di seguito la conversazione nel tratto di interesse:

Sempre con riferimento alle minacce che alcuni sostenitori politici di Mimmo CREAZZO avevano patito da parte di quelli di Peppe NERI, nel corso del colloquio CREAZZO Antonino notiziava il Consigliere Regionale uscente del fatto che, quanto gli aveva testé narrato, lo aveva già riferito anche all’avvocato CURATOLA, al quale aveva chiesto di farsi portavoce delle sue lagnanze.
Altro dato importante, riferito dal CREAZZO al NERI nella conversazione in analisi, era quello relativo al fatto che tra le vittime di questi avvertimenti da parte dei fedelissimi del NERI, vi era una persona che ricopriva una carica istituzionale il quale si era rivolto direttamente a sua moglie FAVA Ivana (all’epoca dei fatti Ufficiale dei Carabinieri; rappresentandole che «determinate persone, di una certa manierm2148 gli avevano mosso delle intimidazioni.
Si riporta la conversazione di interesse:

Di particolare rilievo è il tratto iniziale della conversazione sopra riportata, in cui sia il NERI sia CREAZZO Antonino si accusano di aver chiesto l’aiuto di “determinate persone, di una certa maniera…” provenienti dai territori di Catona e Sambatello, con chiaro riferimento agli appartenenti alla criminalità organizzata `ndranghetista operante in quelle zone, per poi arrivare alle accuse specifiche fatte da CREAZZO Antonino al NERI di aver oltrepassato i limiti, arrivando a minacciare con metodo mafioso il suo amico BIVONE per indurlo a non sponsorizzare il candidato CREAZZO Domenico e votare il NERI, nonché di utilizzare metodi antidemocratici per favorire il NERI a Bagnara, anche chiedendo di segnare i voti in suo favore.

CREAZZO Antonino, in sostanza, accusa il NERI del fatto di essere sostanzialmente il concorrente morale delle minacce subite da BIVONE da parte di due uomini “di una certa maniera”, uno proveniente da Catona, ossia il BORRUTO, e uno da Sambatello, ossia il BARILLA’ (“si, si, uno di Calami e un altro di Sambatello”) e il NERI, senza negare le accuse fattegli, replica al CREAZZO evidenziando il fatto che anche quest’ultimo aveva fatto ricorso ad una persona di Sambatello per fare campagna elettorale in favore del proprio fratello, soggetto poi individuato in TRAPANI Carmelo, su cui meglio si dirà nel proseguo.
Infine, a riscontro della sussistenza della volontà del NERI di siglare patti elettorali con la criminalità organizzata `ndranghetista locale, vi sono anche le chiare dichiarazioni del collaboratore di giustizia DE CARLO Maurizio Pasquale, – collaborazione seguita al suo arresto quale “parteczpe dell’articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi, che aveva riunificato intorno alla cosca DE STEFANO, più gruppi storicamente ivi operanti’ – che ha raccontato di aver incontrato il NERI durante la campagna elettorale per elezioni regionali del 2020, per il tramite del suo amico e vigile del fuoco CUCE’ Adolfo, e di essersi accordato con il predetto candidato per la raccolta dei voti in suo favore nonché di aver coinvolto suo cognato, Gino MOLINETTI – arrestato nella medesima indagine sulle cosche operanti ad Archi – di modo da soddisfare le richieste del NERI di recuperare voti in una zona compresa tra Calanna e Sambatello, ove quest’ultimo riteneva di essere scoperto, il tutto con la piena consapevolezza del NERI della caratura criminale del DE CARLO.

Sebbene non sia stato possibile effettuare riscontri sufficienti per la contestazione specifica del reato ex art. 416 ter cp per DE CARLO e NERI, risulta invece chiaro che quanto dichiarato dal DE CARLO sia l’ennesimo segno che corrobora la propensione del NERI a ricercare appoggi elettorali da parte di appartenenti alle cosche reggine e, pertanto, la sua piena consapevolezza di muoversi in detti ambienti criminali.

Più specificatamente, il collaboratore di giustizia DE CARLO, nella sua qualità di appartenente alla cosca DE STEFANO, dichiarava’ di essersi accordato con il NERI per il procacciamento di voti in suo favore, facendosi aiutare dal cognato e associato di spicco della medesima consorteria di Mdrangheta, MOLINETTI Luigi detto Gino, raccontando di avere «raccolto i voti all’avvocato Neri» per le elezioni regionali del 2020 e di averlo conosciuto per il «tramite di un mio amico», ossia CROCE’ Adolfo, di professione Vigile del Fuoco, che unitamente a suo fratello gestore di «un bar nella traversa del corso», raccoglieva voti per l’avvocato NERI («gli raccoglieva i voti lui a quest’avvocato»).

Il DE CARLO, in particolare, raccontava di aver incontrato il NERI proprio nel citato bar del fratello di CROCE’ Adolfo e che, in cambio della promessa di raccogliere i voti in suo favore vi era stata la promessa, da parte del NERI, di consentirgli di ottenere la concessione di lavori per la sua attività imprenditoriale a Milano («su Milano»), ove il collaboratore di giustizia aveva intenzione di trasferirsi.
Il collaboratore DE CARLO poi specificava che il NERI era perfettamente consapevole della sua caratura criminale e della sua appartenenza alla Mdrangheta: «Sicuramente, dottore, NERI sapeva chi ero e tutto… «lo sapeva, ne avevamo parlato con ADOLFO, tant’è che ce ne siamo andati in via Marina a parlare, non è che siamo stati fermi là». Ed ancora: «io dottore non lo volevo nemmeno incontrare, giustamente, perché io pensavo: “questo si incontra con me, in un periodo che la politica non porta bene, gli fanno una foto magari, domani gli creerò qualche problema”». Il DE CARLO ricordava, inoltre, che all’appuntamento il NERI si era preesentato in compagnia di «un’altra persona che è sempre un ragazzo di Catona, alto quanto me, magro, scuro di carnagione, con i capelli neri all’indietro. Gli faceva da autista», poi identificato con Mario IANNO’, suo autista di fiducia.

Infine, il DE CARLO dichiarava di aver coinvolto nella raccolta dei voti suo «cognato (…) Gino» MOLINETTI’, anche perché il NERI gli aveva evidenziato di essere scoperto in una zona «sopra Sambatello, sotto Calanna (…) non so se era Laganadi» dove, poi attraverso il citato MOLINETTI, era riuscito a fargli ottenere qualche voto («5-6-4 però sono usciti»). La promessa di voti complessiva fatta al NERI si aggirava in torno ai cinquanta voti anche se il NERI aveva reputato utile anche un numero di preferenze inferiore («almeno una cinquantina di voti glieli portavo», e NERI rispondeva :”pure di meno)
La Polizia Giudiziaria operante, al fine di riscontrare le dichiarazioni’ del DE CARLO procedeva alla identificazione di CUCÈ Adolfo, individuato nel Vigile del Fuoco CUCE’ Adolfo Francesco”, effettivamente titolare2156 , insieme ai fratelli Vincenzo”, Luca Salvatore Vincenzo ed alla madre GIORSETTI Rosa’, dell’attività di bar/ristorazione avente insegna BAR CHAPEAU, sita in Reggio Calabria, via San Paolo 1/D. La società costituita dalla famiglia CUCÈ per la gestione dell’esercizio commerciale appena citato, la ADEN SRL, è la medesima che cura la gestione del C’ENTRO HOTEL, entrambi ubicati nella via San Paolo di Reggio Calabria.

Inoltre, dall’analisi delle intercettazioni del presente procedimento, venivano evidenziati una serie di contatti’ (20 in totale tra telefonate e sms) tra NERI Giuseppe e CUCE’ Adolfo Francesco censiti nell’arco temporale che va dal 15.01.2020 al 10.12.2020; circostanza che confermava il fatto che, nel periodo antecedente sia alle elezioni regionali del 2020 sia a quelle del 2021, vi erano stati diversi incontri tra i due e che il CUCE’ fosse uno dei sostenitori della candidatura del NERI, nonché che lo stesso CUCE’ aveva offerto al NERI l’uso dei locali del bar di cui era contitalare per i suoi eventuali incontri conviviali…
Per individuare il «ragazzo di CaTona»’ indicato dal DE CARLO come autista del NERI la PG operante rilevava che, dall’analisi della piattaforma tecnica avviata sul conto di NERI Giuseppe, si poteva comprendere che solo due i soggetti gli facevano da autista nel periodo indicato dal collaboratore di giustizia:
MANNARINO Giovanni, nato a Reggio Calabria il 09.01.1981;
IANNÒ Mario, nato a Reggio Calabria il 20.01.19672.
Entrambi poi erano residenti nella circoscrizione di Catona di Reggio Calabria ma dalla comparazione tra le effigi fotografiche’-163 dei due e la descrizione delle fattezze fisiche fatta dal collaboratore, l’unico soggetto corrispondente a detta descrizione era IANNÒ Mario.

Infine, in ordine ai seggi in cui il DE CARLO e il MOLINETTI hanno agito per raccogliere voti per il NERI è stato possibile riscontrare che net comune di «Laganadi» – tra quelli citati dal collaboratore di giustizia -, da accertamenti sul sito ELIGENDO, si è constatate’ che nel 2020 NERI Giuseppe ha ottenuto 3 (tre) voti.