Scalea, parla il Capitano: “Chiediamo scusa alla città, nessuno salva la faccia”

Queste le parole del “Capitano” Biancostelllato Ferruccio Chemi dopo la dolorosa retrocessione nel campionato di Promozione

Sono passati solo 3 giorni e ancora spero sia solo un brutto incubo ma non è così. È davvero difficile da digerire, pesa come un macigno e trovare le parole e la forza lo è ancora di più. Lo è per me e lo è sicuramente anche per quei pochi che domenica in tribuna hanno lasciato il “Longobucco” in serata, scuri in volto, senza parole, increduli e in lacrime. Chi ha avuto la forza di commentare e analizzare merita il mio rispetto perché io ancora oggi faccio fatica, ho tanti pensieri confusi che mi riportano in loop al 119esimo, quando il terreno di gioco è crollato sotto di me.

Tra le tante cose che si sono dette e fatte in questi giorni ci si è dimenticato della cosa più importante di tutte, chiedere SCUSA a Scalea. Si perché l’Us Scalea 1912 rappresenta l’intera città ed è stimata e rispettata in tutta la Calabria e oltre. L’Us Scalea doveva essere tutelata come gli altri beni culturali perché appartiene a tutti. Oggi a ridere sono solo in pochi, chi voleva catenaccio e lucchetto davanti all’ingresso e chi per motivi personali sicuramente lontani dall’idea di sport tramava da tempo il declino. Vedo tante dita puntate, ognuno che mira al colpevole. I colpevoli siamo tutti e davanti ad una retrocessione nessuno salva la faccia.

SCUSA Scalea, spero che quelle dita diventino mani che si tendono verso un obiettivo comune.
SCUSA Scalea se si poteva fare meglio e non ce l’ abbiamo fatta.
SCUSA Scalea, non meritavi questo.
Scalea, con me o senza di me in campo, tornerai ad essere la stella più bella che c’è, ed io sarò con te!

Ferruccio Chemi