Storie dall’Italietta. Se Toti ai domiciliari riceve la sua giunta

(EMANUELE ROSSI – lastampa.it) – AMEGLIA (SP). Il mandato della giunta Toti arriverà al settembre del 2025. Questo rivendica la giunta stessa, nelle parole del presidente ad interim Alessandro Piana e degli assessori Giacomo Giampedrone e Marco Scajola, dopo l’incontro con il governatore agli arresti nella sua casa di Ameglia, nello spezzino. Ma al netto della rivendicazione del lavoro fatto e del primato della politica, a decidere sulla durata della giunta ligure sarà la vicenda giudiziaria: se Toti potrà tornare a guidare la Regione, ancorché indagato e in attesa di giudizio, secondo i suoi si può arrivare a fine mandato. Se invece il tribunale del Riesame e in seconda battuta la Cassazione dovessero esprimersi negativamente sulla revoca degli arresti, il quadro muterebbe radicalmente: «Solo in caso di esito negativo anche in Cassazione faremo le valutazioni del caso», spiegano i fedelissimi. «Nel frattempo ci muoveremo e non è detto che i colloqui politici non possano tornare se il Riesame fosse negativo».

Questo significa che, almeno sino all’autunno, le dimissioni del presidente sono escluse. A meno che gli alleati (che Toti incontrerà probabilmente venerdì quando vedrà Edoardo Rixi, Matteo Rosso e Carlo Bagnasco) non siano contrari a questa linea. Nel corso delle tre ore di incontro nella casa di Toti, il presidente ad interim Piana e i due assessori, alla presenza dell’avvocato Savi, non sono entrati nel merito delle pratiche amministrative della giunta regionale, visto che Toti è sospeso dalle funzioni di presidente. Ma si è parlato tanto di politica e pure delle scelte da fare sul bilancio, sulla sanità, sull’economia ligure, sull’autonomia regionale. Mentre sul caso del Rigassificatore di Vado Ligure è emersa chiaramente la volontà della giunta di staccarsi da un progetto che ha determinato crisi di consenso nella zona: «Il commissario è di governo e quindi dovrà indicarlo il governo, Toti si era preso questa responsabilità con le spalle larghe. Ora la nostra idea è che l’incarico ricada fuori da questa giunta», dice senza troppi giri di parole Giacomo Giampedrone.

«Porteremo avanti la manovra di assestamento del bilancio e copriremo il disavanzo della sanità senza mettere le mani in tasca ai cittadini, questo è l’input», aggiunge l’assessore. «Andiamo avanti con un programma politico che è quello del 2020 e con i cronoprogrammi conseguenti», dice Piana. «Abbiamo fatto una valutazione politica allo stato attuale delle cose – spiega Scajola – non si è parlato delle prossime elezioni. C’è la volontà di portare avanti politicamente il lavoro fatto sino ad oggi, quello che accadrà poi lo vedremo, ma è chiaro che per questo centrodestra la forza del mondo civico è determinante».

Presidente ad interim e assessori vogliono mostrare il volto di una giunta unita (anche se la componente di FdI in giunta non è stata invitata) e pronta a portare avanti il mandato e le linee politiche di Toti: «Per andare avanti in attesa che la politica, terminata questa fase con il ritorno alla agibilità politica del presidente eletto dai liguri, possa prendere liberamente tutte le determinazioni sul futuro dell’ente, occorre ovviamente un forte impegno della giunta, dei gruppi consiliari e delle forze politiche nel portare avanti tutti i progetti in corso», recita la nota dell’avvocato Stefano Savi diffusa al termine dell’incontro. «In tal senso occorre ribadire il totale e assoluto primato della politica nell’indicazione delle priorità strategiche e anche delle quotidiane scelte dell’ente evitando l’idea di qualsiasi supplenza da parte della pubblica amministrazione e un conseguente commissariamento dei rappresentanti eletti, dei loro staff politici, della catena di comando scelta dai cittadini». Un passaggio da leggere come un richiamo agli alti dirigenti della Regione, soprattutto a chi ha preso le distanze dallo staff di Toti nei giorni successivi agli arresti.

Intanto, il Pd con Davide Natale critica l’arroccamento di Toti e della giunta: «Per rispetto dei liguri dovrebbe dare le dimissioni. Speravamo che arrivasse questa notizia e invece ancora una volta ha pensato al suo futuro, a quello dei singoli e a quello della propria parte politica mettendo da parte gli interessi dei cittadini». Per Ilaria Cavo e Alessandro Bozzano invece l’incontro «ha dato più forza a tutti e la convinzione di arrivare a fine mandato, insieme a lui».