Tropea “sciolta” per mafia. I legami di Macrì con imprenditori e colletti bianchi del clan Mancuso

I giornali di regime avevano messo subito il silenziatore dopo il blitz di Gratteri sul turismo gestito dalle cosche del Vibonese del gennaio 2023. Eppure, ce ne sarebbero state di questioni da analizzare e sviscerare ma evidentemente con i soggetti coinvolti e lambiti ci sono interessi da salvaguardare e di conseguenza era calato il sipario. Per dovere di cronaca, c’è anche da dire che il presidente uscente della Commissione Antimafia, l’ex grillino Nicola Morra, si stava agitando parecchio

Tutti sanno e sapevano comunque che il vero bubbone del Vibonese, oltre al Comune capoluogo di Vibo, è il Comune di Tropea, tra l’altro già sciolto per mafia, e che invece “resisteva” incredibilmente grazie a coperture che evidentemente non erano ancora cadute e che il procuratore Gratteri non era riuscito a far cadere.

A ottobre 2023 però era arrivato l’annuncio: il nuovo prefetto di Vibo aveva disposto l’invio della Commissione d’accesso antimafia al Comune di Tropea. Prorogato fino ad aprile 2024. Di solito, quando si avviano questi procedimenti, nella maggior parte dei casi, si arriva allo scioglimento. E ieri sera è arrivato anche l’annuncio ufficiale: il Consiglio di Tropea è stato sciolto dal Consiglio dei Ministri per infiltrazioni mafiose. Di conseguenza, l’appuntamento elettorale di Tropea della primavera 2024 salta. Se ne riparlerà – se va bene – tra un anno e mezzo. 

Del resto, i fatti sono pesantissimi e visibili a tutti.

“Il principale sponsor politico dell’amministrazione comunale di Tropea – come scriveva un anno fa L’Espresso – è il deputato di Vibo Valentia, Giuseppe Mangialavori”, che è stato anche coordinatore regionale e provinciale di Forza Italia fino a pochi mesi fa, mentre il vicecoordinatore è provinciale è proprio l’attuale sindaco di Tropea Giovanni Macrì detto Nino. Mangialavori, per ironia della sorte, è stato anche componente della Commissione parlamentare antimafia. E prima che l’ex presidente Morra se ne “accorgesse” sono passati anni, nel corso dei quali le visite dello stesso Morra a Vibo e provincia erano diventate decisamente tragicomiche.

TROPEA GOVERNATA DAI PARENTI DEI BOSS (https://lespresso.it/c/attualita/2023/4/27/tropea-e-governata-dai-parenti-dei-boss-e-dai-gregari-della-ndrangheta/2924)

“L’onorevole forzista, che non è mai stato né condannato, né imputato, né indagato, – scriveva ancora L’Espresso – nel 2021 viene accusato dal pentito Bartolomeo Arena, nelle carte di Rinascita Scott, di essere legato alla ’ndrangheta, in particolare al clan Anello di Filadelfia. Nelle carte dell’operazione “Imponimento”, invece, si parla del sostegno dei clan alla sua candidatura, mentre negli atti dei magistrati della Dda di Catanzaro viene evidenziato che “dal 2018 la figlia di Tommaso Anello è stata dipendente della Salus Mangialavori Srl”.

“Sono legami evidenti e compromettenti. La Prefettura di Vibo Valentia sta legittimando, con il suo silenzio e la sua inerzia, questi amministratori, creando un pericolosissimo precedente”, spiegava a L’Espresso il presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra. “Ho chiesto più volte all’allora prefetto di Vibo l’invio della Commissione di accesso agli atti per verificare se ricorressero le condizioni per lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, senza mai ricevere risposta. È stata un’omissione gravissima”.

Mangialavori ha addirittura “rischiato” di diventare sottosegretario, salvo poi essere “cassato” in extremis grazie a un provvidenziale articolo di Repubblica che recuperava tutto quanto era stato scritto e quanto era emerso su di lui negli ultimi anni.

MANGIALAVORI DIVENTA UN CASO (https://www.repubblica.it/politica/2022/10/28/news/sottosegretari_meloni_ronzulli_tajani_mangiavalori-372107738/)

IL LEGAME FRA IL SINDACO MACRI’ E L’IMPRENDITORE DE LORENZO CON INTERDITTIVA ANTIMAFIA

Come testimoniato da decine di foto pubbliche, grande elettore e sostenitore del sindaco Giovanni Macrì è l’imprenditore (titolare di una Stazione di carburanti a Vibo e socio di una ditta di famiglia con sede a Tropea attiva nel commercio di materiali edili) Domenico De Lorenzo, già destinatario di un’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Vibo Valentia. Di lui si parla nell’operazione antimafia “Black money” laddove il boss di Limbadi Pantaleone Mancuso (detto “Vetrinetta”) nelle intercettazioni svela ai suoi interlocutori che “Domenico De Lorenzo ha fatto da compare d’anello a Rosaria Mancuso”, figlia del boss, sposata con Antonio Maccarone. Sia Maccarone che De Lorenzo dall’operazione “Black money” sono stati assolti ed il comparaggio non è un reato penale, ma se fai politica e sei il primo cittadino di Tropea che aspira ad essere la “Capitale italiana della Cultura 2020” se ne dovrebbe tener conto.

L’APPOGGIO DI TROPEANO E D’AGOSTINO AL SINDACO MACRI’

Ma come ha fatto – candidati con parentele “ingombranti” a parte – Giovanni Macrì (sempre sconfitto nelle precedenti tornate elettorali) a diventare sindaco nell’ottobre del 2018? Poichè la matematica non è un’opinione, i due sfidanti, Peppino Romano e Massimo L’Andolina, (attuali consiglieri di minoranza) marciando divisi gli hanno dato una buona mano. L’Andolina, poi, proprio avantieri, ha consentito l’approvazione del Psc perchè addirittura il vicesindaco Scalfari (!!!) e alltri due consiglieri di maggioranza hanno ormai mollato Macrì.

Ma non basta. Con lui si sono schierati due “pezzi da novanta” della politica tropeana del Partito democratico (PD): Domenico Tropeano, vicesindaco dell’amministrazione Rodolico, e Sandro D’Agostino, presidente del Consiglio comunale uscente (quello dell’amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose), già assessore comunale al turismo e soprattutto ex segretario cittadino del Partito democratico (Pd). E come mai uno del Pd e socialista (il padre di Sandro D’Agostino, il defunto Felice D’Agostino è stato per anni vicepresidente della Provincia di Catanzaro con i socialisti) dopo aver militato nel Pd insieme a Bruno Censore e Michele Mirabello si è schierato a sostenere un sindaco (Giovanni Macrì) espressione di Forza Italia dopo averlo contrastato nelle elezioni comunali del 2014?

Non lo sappiamo. Sappiamo però che a poco più di un mese dalle elezioni comunali di Tropea, esattamente il 5 dicembre 2018, il nuovo sindaco Giovanni Macrì ha nominato l’avvocato Sandro D’Agostino presidente del Consiglio di amministrazione della società “Porto di Tropea spa”, cioè nella principale infrastruttura della città di Tropea.

Ovviamente, ci sono ancora tante, troppe altre ramificazioni di parentele e rapporti che vanno scandagliati e che scandaglieremo come al solito nel silenzio generale, ma prima di farlo c’è anche da porsi una domanda: chi controlla Tropea?

L’INCREDIBILE E VARIOPINTA ATTIVITA’ CRIMINALE DEL PADRE, DEGLI ZII E DEI CUGINI DELL’ASSESSORE GRETA TRECATE.  

Greta Trecate è attuale assessore agli Affari generali. É figlia di Massimo Trecate, nato a Tropea il 10.11.1965. Di lui si occupa a lungo la relazione della Commissione di accesso agli atti (pag. 71 e seguenti). Bambino prodigio in ambito criminale, ha precedenti sin dall’età di 14 anni.

Greta Trecate, assessore agli Affari generali, dotata di una rete parentale di tutto rispetto

Ex sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, nel 1998 è stato destinatario di affidamento in prova ai servizi sociali; in data 20.09.1997 è stato condannato dalla Corte d’Appello di Catanzaro per i reati di oltraggio, resistenza, violenza; il 02.03.1997 è stato condannato dalla Corte d’Appello di Catanzaro per il reato di furto; il 12.07.1995 è stato destinatario di provvedimento di libertà controllata da parte del Tribunale di Catanzaro; in data 26.05.1993 destinatario di affidamento in prova ai servizi sociali dal Tribunale di Reggio Calabria; il 04.02.1991 arrestato per estorsione; in data 27.01.1991 indagato per i reati di associazione per delinquere ed estorsione; il 04.06.1990 denunciato per i reati di porto abusivo e detenzione di armi; il 07.08.1989 tratto in arresto per il reato di porto abusivo e detenzione di armi e munizionamento; il 07.07.1989 denunciato dal Commissariato di Vibo Valentia per lesioni personali; in data 18.01.1989 con provvedimento della Corte d’Assise di Catanzaro per il reato di associazione per delinquere e omicidio volontario tentato.

Greta Trecate con il padre Massimo, il quale può sfoggiare un curriculum traboccante di grane giudiziarie

Il 12.04.1987 tratto in arresto per il reato di ricettazione; il 01.08.1985 destinatario di provvedimento di divieto di ritorno nel comune e di rimpatrio con foglio di via obbligatorio da parte della Questura di Catanzaro; il 14.09.1983 tratto in arresto dalla Polizia di Stato di Tropea per i reati di fabbricazione e detenzione di materiale esplodenti e danneggiamento.
La relazione (pag. 74) sottolinea che Massimo Trecate è sposato con Amanda Pizzarelli, sorella di Ivano Pizzarelli (nato a Tropea il 3.03.1961).
Ivano Pizzarelli – che è quindi zio materno dell’attuale assessore Greta Trecate – è stato condannato in via definitiva per associazione mafiosa a 7 anni di reclusione quale appartenente al clan Mancuso. É stato arrestato il 2 luglio 2011 per scontare la pena in quanto si era dato alla latitanza. Già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, il 30 novembre del 2002 Ivano Pizzarelli è stato inoltre gravemente ferito a Tropea in un agguato di stampo mafioso.

Ivano Pizzarelli, zio materno dell’assessora Trecate, condannato a sette anni per associazione mafiosa e dichiaratamente sponsor elettorale della nipote

La Cassazione per tale agguato il 16 novembre 2017 ha condannato in via definitiva Pasquale Quaranta di Santa Domenica di Ricadi. Secondo la Suprema Corte, Ivano Pizzarelli avrebbe fatto riferimento all’articolazione del clan Mancuso facente capo a Domenico Mancuso (figlio del boss Giuseppe Mancuso, cl. ‘49) ed allo zio Francesco Mancuso, detto “Tabacco”. Tale articolazione mafiosa si sarebbe contrapposta al clan La Rosa di Tropea – di cui Pasquale Quaranta faceva parte – capeggiato dai fratelli Antonio La Rosa, detto “Ciondolino”, e Francesco La Rosa, alias “U Bimbu”.
Dal profilo Facebook di Ivano Pizzarelli si evince, infine, che lo stesso in data 29 settembre 2018 ha pubblicato foto e “santino” elettorale della nipote Greta Trecate invitando tutti a votarla con la scritta: “Vota e fai votare…”. Greta Trecate è stata poi eletta il 21 ottobre 2018 e nominata assessore dal sindaco Giovanni Macrì.

Ivano Pizzarelli si attiva per intercettare voti per la nipote Greta Trecate, candidata con Forza Tropea per il Comune di Tropea, nelle elezioni dell’ottobre del 2018 che vedranno vincitrice proprio la lista che essa rappresenta, guidata da Giovanni Macrì

FRANCESCO TRECATE IMPIEGATO DEL COMUNE

Uno zio paterno (fratello del padre) dell’assessore Greta Trecate si chiama Francesco Trecate (nato a Tropea il 28.11.1959) ed è un impiegato comunale, capo-operaio del Comune di Tropea. La relazione della Commissione di accesso (pag. 65) segnala a suo carico due precedenti di polizia per esercizio abusivo della professione e rissa.

Una figlia di Francesco Trecate (Maria Trecate) è stata denunciata nel 2007 dalla Finanza per tentata truffa e falsità ideologica, e nel 2001 dai carabinieri per violazioni in materia edilizia nella costruzione di un agriturismo (lo svela sempre la relazione della Commissione di accesso agli atti).
Altro figlio di Francesco Trecate è invece Salvatore Trecate, arrestato in flagranza di reato il 30 dicembre 2015 per detenzione di una pistola clandestina trovata in casa, più 100 munizioni sotto il sedile dell’auto di cui era alla guida, porto abusivo di arma da fuoco e ricettazione. Salvatore Trecate è quindi primo cugino dell’attuale assessore comunale Greta Trecate.
Massimo e Francesco Trecate hanno anche altri tre fratelli: Vincenzo, Giuseppe e Rosario Trecate, tutti segnalati dalla relazione della Commissione di accesso agli atti (pag. 66, 67, 68, 69 e 70). Vincenzo Trecate è stato condannato per ricettazione, detenzione illegale di armi e munizioni, sottoposto nel 1990 ad avviso orale di pubblica sicurezza emesso dal questore, denunciato per impiego di minori nell’accattonaggio, guida sotto l’effetto di alcool e porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere.
Giuseppe Trecate ha precedenti di polizia per danneggiamento, furto aggravato, rissa, narcotraffico (arrestato nel 1983 in Piemonte), tentata estorsione, occupazione abusiva di un complesso turistico, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, condannato nel 1989 per danneggiamento aggravato, arrestato nel 1990 per spaccio di eroina, nel 2004 sottoposto ad avviso orale di pubblica sicurezza dal questore.
Rosario Trecate ha invece precedenti di polizia per:
furto aggravato, stupefacenti, esercizio abusivo di una professione, denunciato in stato di irreperibilità nel 1987 per associazione a delinquere, incendio doloso, detenzione di armi, condannato nel 1988 per furto, sottoposto ad avviso orale di pubblica sicurezza dal questore nel 1989, sottoposto alla libertà controllata dal Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro nel 1992, condannato a 6 mesi per furto aggravato nel 1993, denunciato nuovamente per furto nel 2003. Giuseppe, Vincenzo e Rosario Trecate sono gli zii paterni dell’attuale assessore comunale di Tropea Greta Trecate.

QUANDO IL SINDACO GIOVANNI MACRI’ PREMIO’ FRANCESCO TRECATE

Il 9 settembre 2020 il sindaco di Tropea Giovanni Macrì – dietro delibera del Consiglio comunale – ha conferito all’impiegato comunale Francesco Trecate (zio dell’assessore Greta Trecate) la civica benemerenza “Città di Tropea 2020”. Come riporta il giornale on line “Tropea e dintorni”, nell’occasione il sindaco Giovanni Macrì ha ribadito orgogliosamente le scelte di attribuzione “in quanto tutti i premiati con il loro impegno di lavoro o studio hanno saputo contribuire al miglioramento della cittadina”.

CHI CONTROLLA TROPEA?

Se così stanno le cose – e purtroppo stanno così -, c’è da chiedersi dove fossero le istituzioni. Di certo sappiamo – perché è stato comunicato alla stampa dalla Guardia di Finanza (Nucleo di polizia economico-finanziaria di Vibo) – che il 29 giugno 2020 ha acquisito diversi atti al Comune di Tropea in relazione al restauro di piazza Vittorio Veneto la cui inaugurazione è avvenuta neanche un mese prima, il 2 giugno alla presenza del prefetto di Vibo Valentia dell’epoca, Francesco Zito (succeduto a Giuseppe Gualtieri, che da buon poliziotto tante indagini aveva condotto sulla criminalità di Tropea e la discoteca Casablanca)della sfortunata presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, e della ormai ex parlamentare tropeana ed ex Cinque Stelle Dalila Nesci, anche lei – al pari di Giuseppe Mangialavori di Forza Italia (pure lui presente all’inaugurazione della piazza) – ex componente della Commissione parlamentare antimafia. Una specie di ritrovo per politici…