martedì, Aprile 30, 2024
Home POLITICA Vibo 2024. La storia si ripete da decenni e il centrodestra (si)...

Vibo 2024. La storia si ripete da decenni e il centrodestra (si) rifà ancora il trucco

Carlo Calenda ha messo su un partitino che già nel nome è tutto un programma, Azione. Mai nome fu più appropriato per una forza politica che è sempre in movimento, sempre in azione su tutti i fronti della politica italiana. Lo dice lo stesso Calenda: “Per noi non esiste il campo largo ma le candidature di qualità sulle quali convergiamo. In Calabria stiamo con Occhiuto che è capace e moderato. Nei prossimi voti locali, sceglieremo sempre in base al candidato. La certezza è che non appoggeremo mai profili di estrema destra né del M5S. Ma quello che abbiamo imparato a nostre spese è che nelle Regioni, visto il sistema elettorale, non c’è spazio per forze terze”.  E dire che Calenda parla sempre di competenze e poi appoggia Occhiuto, il Cazzaro di Calabria. A capire  le mosse di Calenda c’è  da farsi venire il mal di  testa, un’emicrania, anzi meglio ancora un mal di mare. In Sardegna ha appoggiato  Renato Soru e Azione ha preso l’ 1,5%. Invece in Abruzzo gli è andata un po’ meglio perchè la sua azione appoggiava il candidato sconfitto del centrosinistra prendendo uno striminzito 4% ma elegge un consigliere regionale. In Basilicata e Piemonte ancora non si sa dove approderà, chi dice a sinistra e chi invece a destra.

Ma il capolavoro assoluto lo raggiunge in Calabria e  le prossime elezioni per il Comune di Vibo Valentia sono la ciliegina sulla torta. A Vibo Valentia Azione ha come suo leader massimo l’avvocato Stefano Luciano, consigliere comunale uscente. Consigliere di Azione ma non eletto con Azione. Nel 2019 fu il candidato a sindaco del centrosinistra sconfitto da Maria Limardo, subito dopo entra nel Pd e successivamente Nicola Irto lo chiama nella direzione regionale del partito. Nel 2022 lascia il Pd  al grido :”Per cambiare lo stato dell’arte nella città serve un partito dinamico e di azione …”. E in effetti il dinamismo non gli manca.

Tutta la sua storia sembra giochi senza frontiere. Entra in politica nelle elezioni comunali del 2010 candidandosi con la lista della sinistra che vedeva insieme Rifondazione, Verdi e Sinistra Italiana, lascia la sinistra e arriva alle sponde del candidato a sindaco Elio Costa  che si presenta da civico con l’anima a destra  nel 2015, con Forza Italia e la Lega che si camuffano  da liste civiche. Viene eletto presidente del consiglio comunale  e dopo qualche anno naturalmente rompe anche con Elio Costa e si arriva al 2019 con la sua candidatura a sindaco per il Pd voluta da Brunello Censore, padre padrone del Pd vibonese all’epoca. Non c’è nulla da dire, una vita sempre sulle due sponde del fiume per vedere dove meglio collocarsi. Si potrebbe dire che Stefano Luciano è il Caronte dell’Inferno di Dante e traghetta la sua anima da una sponda all’altra..

Lui, Stefano Luciano, traghetta i suoi un po’ sulle sponde della sinistra, un po’ su quelle della destra e un po’ su quelle centriste. Negli ultimi due anni l’avevamo visto all’opera a costruire il famigerato terzo polo o pollo, nè con la destra nè con il Pd, ha urlato  l’infaticabile Luciano, fino a quando nel terzo pollo sono arrivati anche gli uomini di Vito Pitaro che hanno sbarrato la strada ad una candidatura di Luciano a sindaco.

A quel punto ennesima piroetta e Stefano Luciano annuncia in pompa magna il suo rientro nello schieramento di centrodestra con la scusa che la sua acerrima avversaria Maria Limardo a sua volta era stata costretta a dimissionarsi.

Ma il bello non finisce qui. Dopo due giorni dell’annuncio interviene il segretario regionale di Azione De Nisi che stoppa l’azione di… Azione affermando che Azione regionale e nazionale non avrebbero permesso il traghettamento a destra. E qui siamo alla sceneggiata napoletana, alla farsa comica più esilarante. Eh sì, perché il De Nisi che dà lo stop a Luciano a schierarsi a destra a Vibo è lo stesso De Nisi che è nella maggioranza di destra del consigliere regionale che appoggia Roberto Occhiuto. Non solo: lui è segretario regionale di Azione e però in consiglio regionale fa il capogruppo  di Coraggio Italia in cui è stato eletto nel 2019. Mentre l’altro consigliere regionale che ha aderito ad Azione, Graziano, fa il capogruppo di se stesso nel gruppo regionale dell’UDC  E qui siamo alla moltiplicazione dei posti, dei ruoli e degli incarichi. De Nisi quindi a Vibo Valentia appoggia la formazione di una coalizione di centro (si fa per dire) forse perché invogliato dall’accaparrarsi il sostegno di Vito Pitaro e dei suoi voti in vista di un balzo prossimo in PARLAMENTO… AH SAPERLI, SAPERLO! Mai dire mai. Se voi non ci avete capito nulla, non preoccupatevi perchè la colpa non è vostra, è la politica in Calabria  che è un groviglio incomprensibile per noi umani.

Nell’attesa di conoscere il candidato del centro che dovrebbe essere il terzo polo mentre Calenda, a proposito di coerenza, asserisce che non ci sarebbe spazio per terze forze, il centrodestra ha scelto Nicola Cosentino come suo candidato. Il centrodestra vibonese  potrebbe benissimo brevettare una nuova formula politica magica: “come fregare  gli elettori e continuare a governare”. La formula è semplice: dopo un’ amministrazione fallimentare si procede a scaricare il vecchio sindaco e trovare una faccia nuova da  candidare a sindaco affermando gioiosamente che si cambia pagina e si punta al rinnovamento. Molti vibonesi se la bevono e li votano tranquillamente. E’ ciò che avviene tranquillamente negli ultimi 20 anni.

Nel 1997 viene eletto sindaco Alfredo D’Agostino di centrodestra. Nel 2002 subentra Elio Costa sempre per il centrodestra che amministra per solo 3 anni, cade per i litigi interni. A quel punto la gente non ce la fa più, quando il troppo è troppo, e per disperazione vota Franco Sammarco del centrosinistra in cui c’erano anche Vito Pitaro e Daffinà e abbiamo detto tutto. Si torna così nel 2010 al centrodestra con l’elezione di Nicola D’Agostino, figlio di Alfredo D’Agostino già citato prima. Eh si, perchè la caratteristica del centrodestra vibonese è quella del circolo chiuso, di padre in figlio non si sa mai.

Si ritorna a Elio Costa nel 2015 che viene spacciato come indipendente e che ricade dopo 4 anni, litigi infiniti. Poi nel 2019 arriva Maria Limardo e non ne parliamo dei litigi con Pitaro e Lega. Adesso arriva Nicola Cosentino che è figlio di Francesco Cosentino che fu sindaco di Vibo Valentia negli anni ottanta e poi ha avuto anche compiti di dirigenza nella sanità regionale. Naturalmente il figlio è un valente dirigente regionale e quindi certamente saprà rapportarsi al presidente Roberto Occhiuto, che ancora una volta dimostra di essere il piazzista di suoi uomini in giro per la Calabria. Vedremo se anche questa volta i cittadini di Vibo se la berranno e rivoteranno un candidato di centrodestra spacciato per il rinnovamento. Su questo una mano gliela sta offrendo il centrosinistra che candida Enzo    Romeo che è una brava persona ma di certo non è il nuovo che i cittadini attendono. Vi terremo aggiornati.