Catanzaro, Sant’Anna Hospital: il “regalo” di Gratteri e la coda di paglia del Collegio Sindacale

L’anno che verrà…” Non stiamo clonando il titolo della trasmissione Rai di fine anno, né la canzone di Lucio Dalla, stiamo lanciando una speranza di poter vedere una nuova storia nel capitolo del Sant’Anna Hospital. Ci viene da dire che a volte ritornano, pur dovendo constatare che mai sono andati via.

Non era una visita di cortesia quella che la Guardia di Finanza aveva fatto pochi giorni addietro nella sede della clinica catanzarese. Non erano stati invitati, secondo il protocollo di casa Windsor, a the e pasticcini, anche perché Sally Frontera per ovvi motivi non poteva fare gli “onori” di casa, andando contro la sua consolidata caratteristica del dietro le quinte. Colei che è abituata a tramare, spiare dietro le porte, senza apparire mai. La rottura del protocollo che la Guardia di Finanza ha consumato ai danni della “nobile” coppia Sally & Gino apre nuovi scenari, che non si risolvono solo nella vicenda “Cuore Matto”, ma che vanno letti fino in fondo, superando la comunicazione istituzionale e quella massomafiosa, perché altri elementi si agitano, mettendo in campo le responsabilità orizzontali che per troppi anni sono state le connivenze, sulle quali si è costruita una truffa economica, così come oggi si certifica.

A tutto questo si aggiunge un’altra quasi certezza: che il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri non è il topo domestico ammaestrato che Sally Frontera e la presidentessa serenissima del CdA dei faccendieri padovani, Coscialunga Galasso avevano ipotizzato e che, soprattutto, l’isolamento del procuratore Gratteri è un fatto non identificabile, che nasce e muore nelle loro menti criminali.

Il 18 gennaio resta una data scolpita nella storia del Sant’Anna Hospital. Perché nel 2023, ieri, doveva celebrare l’Assemblea dei Soci, quella convocata da Coscialunga in aperta rottura con il Collegio Sindacale, quasi a marcare un confine, sempre opaco, oltre al quale nessuno può oltrepassare la frontiera senza il benestare di Sally Frontera e delle ‘ndrine di Limbadi. Ma segna una storia lunga 365 giorni, che ci riporta al 18 gennaio 2022, cioè al giorno dell’ingresso nella gestione della struttura sanitaria dei faccendieri padovani e delle loro articolazioni, ben distribuite fra ‘ndrangheta finanziaria e massoneria piduista. E’ il giorno che celebra l’avvento di Alessandro Castellini e delle sue “teste di legno”, incoronando Sally Frontera come figura riconosciuta ed atipica di intermediazione fra faccendieri della sanità, le ‘ndrine e la massoneria criminale.

A distanza di un anno, la candelina celebrativa sulla torta è rimasta accesa. Nessuno l’ha potuta spegnere, quasi a marcare il compleanno della truffa. Non l’hanno spenta Sally Frontera e Coscialunga Galasso, ma nemmeno Alessandro Castellini, Davide Bonetti e qualche elfo acquattato nella foresta di Limbadi, sotto la regia di Cesare Pasqua. I festeggiamenti sono rimandati a data da destinarsi, mentre il regalo è stato loro consegnato, sempre ieri 18 gennaio 2023, dalla Guardia di Finanza, con un sequestro preventivo di circa 20 milioni di euro nei confronti della clinica e del suo ex amministratore Sally Rosanna Frontera. La candelina si consuma nella sua solitudine andando in malora insieme alla torta ed alla clinica catanzarese, mentre il petardo è scoppiato dritto nel culo della banda di Pontepiccolo…

A rompere l’incantesimo c’hanno pensato la Corte dei Conti e la Guardia di Finanza e nessuno esclude che possa esserci un altro pacco dono che la Procura di Catanzaro sta impacchettando, tanto per sottoscrivere un teorema, che non è neanche tanto peregrino, che ci sia stata una continuità nella reiterazione dei reati, tutta ascrivibile a Sally Frontera ed ai suoi complici. Ecco che allora diventa importante capire quale sia il patrimonio sottoposto a sequestro e se, nell’inventario dei beni personali ed aziendali, ci siano le quote azionarie che nell’ultimo anno sono state oggetto di schermatura per il tramite di società fiduciarie e società fantasma. Quelle gestite ed amministrate da altre teste di legno, come la Axum srl che fa capo a Costanza Ceccolini, di fatto controllando Fidimed Fiduciaria, dove sono state blindate le azioni di Villa S. Anna SpA e, per converso Sanità Futura sas di Mario Sabatini, di fatto il socio di maggioranza della clinica catanzarese.

https://www.iacchite.blog/catanzaro-santanna-hospital-da-pesaro-le-prove-dellintervento-diretto-della-massoneria-deviata/

Truffa e riciclaggio sembrano essere i capisaldi della gestione ultima, ma in continuità ed il tentativo di disperdere parti significative del patrimonio, come le quote societarie, rendendole neutre al sequestro preventivo è la prova che il ragionamento non si conclude e che altro c’è da aspettarsi. Come l’accertamento di una serie di comportamenti sul filo dell’equilibrismo della norma, che se non è stato un fuoco fatuo, dovrebbero essere stati superati dal risveglio del Collegio Sindacale e dal suo tardivo rientro nel binario della legalità.

Se l’Assemblea dei Soci del 18 gennaio 2023, il giorno del pacco dono della Guardia di Finanza, non si è celebrata per la mancata presenza del socio di maggioranza Sanità Futura – questa è la motivazione istituzionale -, che detiene oltre il 77 per cento del capitale sociale, questo non significa che la vicenda si possa chiudere a tarallucci e vino. Già, perché qualora l’assemblea avesse avuto luogo, mentre i convenuti scartavano il “regalo” delle Fiamme Gialle, tutto avrebbe imposto di chiedere “l’azione di responsabilità” nei confronti degli ex amministratori già soggetti all’interdittiva temporanea imposta da “Cuore Matto”, nel concreto Sally Frontera ed il consorte Gino di Balmoral.

Ecco perché l’Assemblea dei Soci non ha avuto luogo. Perché nessuno del CdA dei faccendieri padovani avrebbe sottoscritto un atto dovuto, con il rischio abbastanza concreto oggi di trovarsi anche loro in un cul de sac, tanto da giustificare la gestione divertente dell’ultimo anno, quella continuità criminale che è il patrimonio ed il decalogo di Sally Frontera, che – informazioni non certificate, giacché è qualcosa che può fare solo la Guardia di Finanza – ci viene indicata come il “direttore generale” ombra della clinica con tanto di appannaggio e potere.

La mancata Assemblea dei Soci di ieri è stata l’occasione persa di confessare le verità della “ditta” di famiglia, dei loro tirapiedi e delle complicità nel perimetro della massomafia locale ed oltre la frontiera del Pollino. Ma questo non significa che l’occasione sia del tutto svanita, se restano sul tavolo i quesiti posti dal Collegio Sindacale, che identificava comportamenti illeciti e pericolosi per la tenuta aziendale, che oggi devono essere esplicitati fino alla punteggiatura e che devono peraltro fare retromarcia su una serie di evidenze e di solleciti, pervenuti da altri soci, che sono più che mai pesanti, avvalorati da una serie sospetta di atti societari e di devastazione scientifica del compendio societario.

Quello che si impone è il cambio di passo, l’adozione delle determinazioni in capo al Collegio Sindacale, non ultimo la richiesta di revoca con responsabilità dell’attuale CdA e, la difesa fin dove possibile della realtà aziendale, senza non considerare la richiesta della nomina, da parte della magistratura, di un gestione fiduciaria come titolo di garanzia, anche in presenza di un sequestro aziendale.

Solo così si può tentare di salvare il Sant’Anna Hospital e la parte buona e residua della proprietà, quella che fino ad oggi ha subito le azioni criminali di Sally ed i suoi sodali della massomafia, anche perché è l’ultima opzione. C’è inoltre da considerare che sul piano squisitamente clinico al momento siamo nel campo delle buone intenzioni, perché non c’è una equipe capace di rimettersi al passo e perché i “figuri” spacciati per luminari, ingaggiati al chilo da Cesare Pasqua, si sono rivelati alla prova, delle ciavatte di bassa manifattura cinese.