N il figlio del…secolo (Genealogia dell’incoerenza)
Cari compagni, cari cittadini rendesi, per un attimo c’eravamo illusi! Beh, forse perché come disse una volta un famoso poeta, “senza le illusioni non ci sarà mai grandezza di pensieri”, e noi un po’ di questa grandezza onestamente ce l’aspettavamo. E invece no, anche in queste elezioni, purtroppo, la penuria del dibattito politico si sta palesando in tutte le sue forme più maldestre. Alcuni sono partiti subito in quarta, sparando a raffica teorie dalla complessità così ingarbugliante da far rabbrividire la fenomenologia dello spirito hegeliana; concetti che nella sostanza risuonano come ridondanti slogan di una desolante vacuità, parafrasando Hegel “spariva qual vana caligine al sole”.
Onestamente, però, dal compagno (?!?) Nicola Adamo ci aspettavamo di più; da Manna forse no. Alla fine, l’ex sindaco sta facendo il suo gioco: ha riunito i suoi seguaci, gli ha dato un’impronta pseudoideologico con l’accoppiata Sorrentino- Petrusewicz e ha mandato gli incommentabili a racimolare voti per il suo candidato. Ecco, il suo candidato: noi sappiamo benissimo che è una persona perbene dalle lodevoli battaglie, ma sulla politica, su come si amministra una città complessa come Rende, beh, ne sa veramente poco anzi pochissimo e lo sta tragicamente dimostrando con le prime dichiarazioni e uscite giornalistiche. Di certo non potrà chiedere consiglio all’ex sindaco e al suo entourage, reduci, se l’avesse dimenticato, di uno scioglimento per infiltrazioni mafiose. Da Ariosto Artese ai fratelli Di Puppo con contorno di.. Patitucci!
Ritornando al compagno (?!?) Nicola Adamo, ci sentiamo profondamente delusi dalla sua mancanza di lucidità politica nel farsi trascinare in questa improvvisata. Un abile stratega da prima repubblica come lui, “costretto” ad uscite da prime elementare; ora ha sguinzagliato anche il fido Iacucci, che, per utilizzare una metafora calcistica, è equiparabile alla riserva Crisantemi della formazione di Oronzo Canà.
E così, in una sincrasi di intimidazioni non troppo velate e ultimatum dal retrogusto fascista (per non dire altro), “potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli” ; minacciare il Psi e i suoi iscritti. In effetti, in moltissimi si chiedono, cosa avrà tanto da recriminare ai compagni del Psi. Stiamo parlando, in fondo, di vecchi arnesi come Franz Caruso l’incappucciato e Giggino Tic Tac Incarnato, che al massimo porteranno un centinaio di voti. La sezione di Rende ha convocato l’assemblea dei circa… cento iscritti, e l’assemblea che si è espressa in favore di Sandro Principe come candidato a sindaco di Rende. Non si capisce perché Nicola Adamo si agiti tanto…
Si può dire lo stesso del Pd? A Rende è stata mai convocata un’assemblea? Esiste il Pd a Rende? Domande poste al segretario provinciale Pecoraro, già in atteggiamento da struzzo dinanzi all’evidenza dei fatti. Qualcuno dovrebbe ricordargli che sono stati capaci di eleggere… la sorella di Ariosto Artese a segretaria del circolo… e non aggiungiamo altro.
Forse la tracotante arroganza dei toni e delle parole, del compagno (?!?) Nicola, potrebbe essere un chiaro sintomo di debolezza, un allarmante timore dovuto alla forzatura voluta su Rende; o forse l’onnipotenza del suo smisurato ego sta risvegliando in lui una sopita genetica fascista, una tendenza compulsiva all’autoritarismo.
Questo spiegherebbe tante cose. A partire dall’ottusa e insensata voglia di frammentare il centrosinistra, fornendo un assist a qualche personalità della destra cosentina che sulla competizione elettorale a Rende magari ha fatto un lauto “investimento”. Effettivamente l’inspiegabile tacere nei confronti del centrodestra, da parte di tutta la gerarchia del Pd calabrese, a cui pare desti più angoscia l’autonomia politica dei cento iscritti del Psi, potrebbe essere il preludio della trasformazione del compagno (?!?) Nicola, in camerata. Se ci pensate bene contro la destra nessuna minaccia velata, nessuna critica, ne uno schiaffo, neanche una fievole carezza contro gli amici “camerati”.
Tuttavia, potremmo essere noi miopi a non scorgere il retroscena di un disegno più ampio; magari quell’ibridazione di interessi variopinti che oscillano fra il pubblico e il privato, il connubio di complesse strategie affaristiche che esulano dalla sfera politica sconfinando in quella zona opaca del potere , negazione della democrazia. Conoscendo gli interpreti potremmo aspettarci di tutto; Rende è un nodo cruciale nella l’ottica di un controllo territoriale diffuso.
La narrazione di queste dinamiche dipinge in tutte le sfaccettature lo scenario della situazione sociale e politica calabrese, una storia risaputa e già raccontata fin troppo bene. Noi vorremo raccontare le assurde vicende di “N.. il figlio del secolo” e della trasformazione del Pd in un manipolo di squadristi alla mercé della classe dominante.
Infine, parleremo ai cittadini di realpolitik, nella speranza che il socialismo delle idee, che ha reso Rende quello che qualcuno definì il “riformismo realizzato”, risorga come il sol dell’avvenire.