Catanzaro. Dragone: “Tra Papa Benedetto XVI ed Ennio Morricone: Michele Traversa e quei 215 giorni da sindaco”

di SERGIO DRAGONE

Fonte: La Nuova Calabria (https://www.lanuovacalabria.it/dragone-tra-papa-benedetto-xvi-ed-ennio-morricone-michele-traversa-e-quei-215-giorni-da-sindaco)

“Sergio, forse mi candido a sindaco, tu che ne pensi ?”. Ho ancora impresso il momento, mi pare fosse febbraio del 2011, in cui Michele Traversa mi confidò quella sua tentazione che in realtà era solo il coronamento di un sogno coltivato per decenni, forse addirittura da ragazzo.

L’abissale lontananza ideologica – lui destra moderata, io socialista – non ci aveva impedito di coltivare negli anni una solida amicizia e, credo, una reciproca stima. Quante volte ci eravamo sfidati a colpi di previsioni nelle giornate precedenti le elezioni al Comune, alla Provincia, alla Regione: molte volte ci prendeva lui, qualche volta io, tante altre volte ci prendevamo assieme. “Sarai un ottimo sindaco”, gli risposi secco.

Michele Traversa ha coronato il suo sogno lunedì 16 maggio del 2011. Un sogno più grande della bella esperienza di assessore regionale al turismo con i suoi “treni del sole” e l’invenzione del claim “Mediterraneo da scoprire”. Più grande della lunga e irripetibile stagione alla guida della Provincia dove aveva dato il meglio di sé, all’insegna del motto del “detto-fatto”, realizzando opere identitarie e innovative, primo fra tutti il Parco della Biodiversità. Sicuramente più grande della legislatura come deputato perché Michele a Roma era un pesce fuor d’acqua, non era il suo mondo e stare lontano da piazza Prefettura gli toglieva l’ossigeno.

Michele è stato eletto sindaco al primo turno con una percentuale altissima, il 62%, ma solo la bella e scanzonata campagna elettorale del giovane Salvatore Scalzo gli ha impedito un vero e proprio plebiscito da record. Non è difficile immaginare che lo abbiano votato anche molti cittadini di sinistra.

Non dimentico la sua emozione il giorno della proclamazione, nella sala dei concerti, alle cui pareti sono appesi i ritratti dei sindaci che si sono succeduti da fine Ottocento ai giorni nostri. Secondo taluni era un uomo freddo e capace di dominare i sentimenti, in realtà dietro quell’atteggiamento un po’ refrattario alle smancerie e quel sorriso ironico si celava una persona estremamente sensibile e perfino un po’ timida. La presenza discreta della moglie Maria, donna molto simpatica e ironica, lo aiutò a superare la tensione di quel momento solenne.

Due cose mi hanno molto colpito in quei 265 giorni in cui abbiamo lavorato fianco a fianco, la semplicità con cui affrontava problemi complicati e l’assoluta padronanza della materia amministrativa. Michele non amava le riunioni fiume, i lunghi conciliaboli, manteneva le distanze con i dirigenti ai quali chiedeva soluzioni e non giustificazioni.

Quel sogno si è spezzato pochi giorni prima del Natale, esattamente il 17 dicembre, con le dimissioni e l’opzione alla carica di parlamentare. Cosa ha motivato quella scelta così dolorosa e sofferta? Nessuno può dirlo. Stanchezza, un po’ di delusione per lo stato del Comune, insofferenza verso i rituali della politica, sorpresa per l’introduzione dell’incompatibilità tra le due cariche? Chissà? So solo di avere cercato, inutilmente, di convincerlo a restare al suo posto perché, gli dicevo, la gente si aspetta molto da te, molti non capiranno. Sono stati giorni bui e tristi.

Ma io voglio ricordare quei suoi 265 giorni con la fascia tricolore con due momenti gioiosi che gli hanno consentito di venire a contatto con due personalità planetarie, Papa Benedetto XVI ed Ennio Morricone, lasciando una scia luminosa in quella breve esperienza a Palazzo De Nobili.

Il primo momento è stato l’incontro con Benedetto XVI nell’Episcopio di Lamezia Terme, il 9 ottobre del 2011. Michele, sindaco della città capoluogo, fu una delle poche autorità ammesse allo storico incontro con il Pontefice. Gli consegnò una creazione di Gerardo Sacco, appositamente commissionata. Ricordo che uscì quasi commosso dalla sala dove Ratzinger aveva ricevuto le più alte personalità regionali.

Il secondo momento risale all’11 novembre dello stesso anno, più o meno un mese prima delle dimissioni. Fu la storica giornata “11-11-11” in cui il Consiglio comunale, su proposta del sindaco Traversa e sotto la presidenza di Ivan Cardamone, conferì la cittadinanza onoraria al grande compositore Ennio Morricone. Ricordo in particolare il cordiale incontro tra Michele e Morricone nello studio del sindaco. Il maestro era un maniaco della precisione e arrivò a Palazzo De Nobili prima dei consiglieri e quindi ebbe il tempo di chiacchierare per una mezzora con Michele e chi scrive, poi raggiunti da Gerardo Sacco e dalle altre autorità. Il sindaco fu molto orgoglioso di quella giornata che aveva proiettato Catanzaro sulla scena culturale italiana.

Ora molti si domandano cosa sarebbe stata Catanzaro se Traversa avesse completato la sua legislatura? Senza nulla togliere a tutti coloro che hanno amministrato e amministrano tutt’ora il Comune, penso che Michele avrebbe speso tutte le sue energie per curare la città che amava smisuratamente con lo stesso entusiasmo e la stessa maniacale attenzione che riservava al “suo” Parco. E oggi lo saluto come ho fatto ogni mattina per 265 giorni: ”Ciao, Sindaco”.