Asp Reggio, Santo Gioffrè 10 anni dopo: “Ho visto con i miei occhi come saccheggiano la sanità e ancora raccontano favolette”

d Santo Gioffrè

31 MARZO 2015. Quella mattina, verso quest’ora, di 10 anni fa, mi erano state offerte due opzioni: insediarmi, da Commissario Straordinario, nell’Asp di Reggio Calabria, la più disastrata, senza legge, stuprata e saccheggiata d’Europa, oppure accettare l’offerta d’acquisto di na mandria i pecore e darmi alla nobile arte du ricottaru, mettendo su una colorata tabella: QUI SI VENDONO Ricotte Dop e si impartiscono lezioni gratuite dove s’insegna che avere senso di Stato è solo appannaggio dei coglioni, qual io sono.

Richiamato al dover di rendere un ultimo servizio alla mia Terra, come il più balordo dei fessi, accettai per l’Asp n°5 di Reggio Calabria, rovinandomi il residuo di vita. In quel posto, Istituzioni deputate ai controlli degli atti, per 10 anni, mai si erano accorte della Cosca che lì operava e si faceva pagare le stesse fatture 4 volte, saccheggiando soldi pubblici, fin allora, per almeno 2-3 miliardi di euro. Io, invitato subito ad adeguarmi perché ne avrei ricavato beni, servizi e salute, tormentato dalla mia coscienza di Classe, Scuola Ideologica e Intellettuale, mi misi a fare l’idealista, il difensore dello Stato Repubblicano.

Mentre tutti gli altri, per 10 anni, mai si erano accorti di nulla, in 15 giorni io mi resi conto dello spaventoso giro di tranquille ruberie che continuamente si perpetravano. Incominciai a scavare, a denunciare, a bloccare saccheggi milionari. E fui un Infame! Sì, lo fui. Perché dovevo farmi i cazzi miei. Perché chi tocca il Potere, quello istituzionale e i ladri, (lì, i ladri, erano tutti istituzionalizzati) è solo un infame, nel senso etimologico del termine. Quando capirono che non mi avrebbero controllato, oltre a crearmi il vuoto attorno, incominciarono ad intimidirmi, attraverso vari metodi: denunce a ripetizione, interrogazioni parlamentari, costruzioni di false incompatibilità, falsi testimoni, falsi verbali e articoli di minacce in qualche sito on-line perché mi ero rifiutato di pagare cose impagabili.

Persino qualche cosiddetto sindacalista, di professione moralista a pagamento, si prestò. Era tutto falso, meno l’Attentato! Mi cacciarono. Tutto, dopo di me, si normalizzò. I furti, per altri 2-3 miliardi, ripresero, tornata la tranquillità. E il Commissario della Calabria, ancora, racconta favolette per gli allocchi che imboccano ogni porcheria detta. Maledetta terra e maledetto io. No. Non ne è valsa la pena vista l’insulsaggine circolante dove i ladri sono idolatrati e io mi son dovuto difendere da ben 7 procedimenti, rimettendoci, in avvocati difensori, carte, salute, viaggi, il mio TFR. Ma è vero. In Italia, gli unici nemici dello Stato sono quelli che lo hanno messo in discussione per le sue Infamie. Quelle, sì vere!