Calabria. Infermieri “inabili” e colpi di sole

Colpi di sole

Dopo il bambino “piromane” (solo per la sua testa bacata) sbattuto in anteprima nazionale su tutti i media, immortalato dai potenti mezzi teleguidati dalla control room antincendi della Cittadella regionale, ci eravamo “fatti persuasi” che nulla avrebbe potuto scalzare l’infausto scoop dal gradino più alto del podio: ci sbagliavamo!

A distanza di un anno arriva l’ennesimo scoop che suona un po’ come la presunzione di ambire al Nobel per le Scienze affermando che a Cosenza non c’è il mare!

Stavolta l’oggetto del contendere sono gli infermieri inidonei al servizio dichiarati “inabili” dal medico competente sulla scorta di fantomatici certificati presentati a risme e quindi da ricollocare all’interno dell’azienda con mansioni non confliggenti con le limitazioni suggerite dal medico proponente (turni notturni, movimentazione pazienti/carichi pesanti e via discorrendo).

Intanto spazziamo via un primo dubbio di forma: inidoneità o inabilità? C’è differenza perché alla prima si sopperisce con limitazioni temporanee o permanenti mentre alla seconda può anche corrispondere la collocazione a riposo con tanto di certificato di invalidità che ne sancisce l’impossibilità a prestare servizio per maturare il diritto alla pensione.

La sola inidoneità non permette al datore di lavoro di licenziare il dipendente per giusta causa bensì gli consente di ridefinirne i compiti/ricollocarlo a mansioni diverse purché gli venga garantita la corresponsione dello stipendio corrispondente alla posizione di provenienza.

Un po’ come la favoletta delle astensioni per la legge 104/92 che spuntano come i funghi dopo la firma del contratto a tempo determinato/indeterminato e che vengono spalmate a pioggia sui turni del mese successivo senza nessuna richiesta a monte e quindi soggette a spostamenti volanti all’interno del mese per sopperire alle sempiterne esigenze di servizio.

Senza nulla voler togliere a chi il problema dell’assistenza familiare lo vive davvero sulle proprie spalle e non soltanto per 3 giorni al mese (il più delle volte fittizi!), accedere alla 104/92 per “guadagnare” ulteriori 36 giorni di ferie all’anno pare sia diventato lo sport più praticato in Italia subito dopo il calcio giocato e non (tutti siamo stati almeno una volta CT della Nazionale comodamente seduti al tavolo di un bar!).

E poi diciamocelo francamente, senza i sistemati, i vincitori di concorsi a trucco, i finti invalidi/disabili per arraffare persino il pass per parcheggiare a due passi dall’ufficio, gli esonerati e via discorrendo, ma dove andrebbero a prenderli i voti? Nelle chat di whatsapp o nelle liste dei malati oncologici? “E riscignùalu…”