Catanzaro. Feltri senza “filtri”, il bullo è ancora in onda

Catanzaro. Feltri senza “filtri”: il bullo è ancora in onda

di John Nisticò

Il “fugace” mattatore padano. ben noto anche sui social, imperversa contro il Sud screditando, persino, la figura di donna madre e lavoratrice durante un recente collegamento. Ecco così il saltimbanco di affermazioni sulla protagonista delle sue “attenzioni” ovvero Ilaria Salis, che egli associa, per il suo aspetto e per il suo abbigliamento, ad una “cameriera” di Catanzaro, usando, così, effimero paragone contro la dignità della persona.

Lo stesso Feltri senza “filtri” divulga il suo negativo immaginario, quale chiara intenzione di delegittimare ogni tipo di somiglianza alla Città di Catanzaro capoluogo di Regione. Questa breve cronistoria feltriniana, non turba, però, il nostro mirabile tessuto sociale, fatto di brave persone e umano rispetto verso il prossimo, sinonimo di ospitalità “meridionalista” verso chiunque decida di conoscerci, trai lustri storici e contemporanei catanzaresi ovunque nel mondo.

Arriverà prima o poi quel logico quanto opportuno intervento delle autorità competenti, mosse dall’indignazione degli organi istituzionali locali, che agiranno a tutela e contrasto di questo uso improprio dei mezzi di comunicazione nazionali, che propinano, consapevoli o meno, una violenza mediatica risultando corresponsabili di faziose “barbarie” intellettuali, poco edificanti e pregne solo di fantasiosa “malvagità”.

Feltri senza “filtri” cerca di intrattenere il suo pubblico rendendosi, forse, (s)oggetto politico con alle spalle la folta libreria, dunque, inesplorata, così caustico per la facile arroganza mediatica e più volte amplificata in questi ultimi anni. Al Feltri senza “filtri” poco interesserà il responso legale in questione, magari e forse, suo malgrado, già avvezzo alla quotidianità dei tribunali, ma ancor di più, a nostro giudizio, poniamo il ragionevole dubbio su cosa possa mai indurlo a fare il bullo, contro un popolo la cui “centralità”, anche contemporanea, avrà mero successo, contrariamente a chi transfugo è passato dalla carta intestata a quella stampata per poi schiantarsi, come in questo “caso”, sulla carta “bianca”, questa si che resta la cosa più bassa che si possa (non) solo immaginare. Sebbene ognuno si senta libero di criticare Ilaria Salis, non può, di certo, distorcere o strumentalizzare i tratti e l’ umana appartenenza ad una categoria, quanto al profilo sociale di una comunità tutta italiana.