Catanzaro. Fiorita e Feltri a “La Zanzara” come lo sketch di Totò: “E che so Pasquale, io?”

E CHE SO PASQUALE, IO?

Come ha ragione Gioacchino Criaco  quando nel suo post sull’affaire Feltri sostiene: “… E il fatto che si debba dibattere su parole di Feltri spiega bene lo stato del Paese. Nonno, fosse vivo, non saprebbe chi sia Feltri, lo avesse visto, «perché lo fanno vedere senza bavaglino, che si sbrodola tutto?», avrebbe liquidato la cosa con la battuta di un secondo senza tornare più sull’argomento, sarebbe andato a letto progettando una mastra d’acqua, una gabbia di pietre, immaginando quanti si sarebbero riparati fra cento anni all’ombra degli alberi che avrebbe piantato al risveglio…”.

Invece no, se ne continua a discutere ancora, per esaltare la campagna dell’orgoglio calabrese  messa su in quattro e quattr’otto dal sindaco Nicola Fiorita  con parole vibranti  piene di sdegno per l’offesa ricevuta e l’affronto imperdonabile sulle nostre donne e sui lavoratori meridionali. Fiorita prima ha minacciato la querela contro Feltri tuonando sui social «viva le cameriere, viva il lavoro onesto, viva Catanzaro».  Oggi, tutti noi siamo orgogliosi dell’azione ferma, coraggiosa, oseremmo dire temeraria sostenuta dal sindaco Fiorita che ha portato alle scuse del rimbambito Vittorio Feltri durante il confronto nella trasmissione ” La Zanzara” di Cruciani. Per 24 ore tutta la Calabria si è sentita catanzarese, perfino i tifosi del Cosenza hanno vissuto con partecipazione e trasporto la battaglia del prode Nicola Fiorita. Possiamo affermare che la Calabria dal Pollino allo Stretto si è stretta come un solo uomo, o donna, fate voi…

Repubblica online ha dedicato ampio spazio alla singolar tenzone. E riporta le parole trionfanti del nostro  cavaliere Nicola di Catanzaro: “Avere ricevuto le scuse da Vittorio Feltri in diretta dai microfoni de La Zanzara (Radio 24) di Cruciani e Parenzo, considerata la spigolosità del personaggio, non cancella l’amarezza e l’indignazione ma quanto meno le attenua. Feltri non chiede mai scusa, ne sa qualcosa Raggi, e se ha ritenuto di farlo, sia pure a denti stretti, vuole dire che ha capito di averla fatta grossa. Mi basta. Ma non dobbiamo commettere l’errore di abbassare la guardia nella difesa della nostra terra e dei nostri figli”. Per fortuna che Cruciani ha insistito con Fiorita che non voleva rimanere in linea a parlare con Feltri sostenendo che aveva impegni urgentissimi essendo impegnato  sul campo di battaglia contro l’autonomia padana, altrimenti ci saremmo persi questa pagina storica, l’attimo del trionfo e del successo contro il vile nemico padano.

E non fa niente se prima di arrivare al fatidico momento delle scuse  ci siamo presi un altro bel po’ di insulti. A Cruciani che lo invitava a riconciliarsi con il sindaco, Feltri risponde: “Ma che me ne frega a me di Catanzaro, è un modo di dire. E allora che dovrebbe dire il sindaco di Voghera (per le casalinghe, ndr) ?”.  E a Parenzo che fa ll simpatico sottolineando che i cittadini di Catanzaro si sono arrabbiati e risentiti per il suo paragone, Vittorio Feltri lo apostrofa per quel che merita: “Eh sì, perchè  tu sei un COGLIONE COME LORO e ti senti offeso per qualsiasi cosa, per una battuta…”. E continua: “ANDATE A FARE IN CULO CHE VI FA BENE ALLA SALUTE”. E aggiunge: “… non sapevo nemmeno chi fosse,  ma chi lo conosce il sindaco di Catanzaro…”. 

Per fortuna che interviene Cruciani invitando alla riconciliazione e nonostante i nuovi e più pesanti insulti il nostro sindaco un po’ intimorito afferma: “Io non mi offendo, penso solo a tutelare  la mia città”. E Feltri  di rimbalzo: “La sua città non ha niente da invidiare a nessuna altra città. Io non ho niente contro Catanzaro…”. Fiorita rivolto a  Feltri  rilancia: “Farebbe bene a scusarsi…. L’espressione era molto  offensiva, se non voleva offendere si può chiedere scusa e si può chiudere subito”. Feltri: “Se  lei si offende le chiedo scusa, ma non capisco i motivi dell’offesa. Che me ne frega a me…”.

Fiorita, che non vedeva l’ora di uscirne fuori da questo guazzabuglio: “Questa è una cosa che mi fa molto piacere. Io l’ho scritto che se  Feltri si fosse scusato l’incidente per me era chiuso”. Feltri: “Certamente che chiedo scusa, porca miseria,mettiamo in piedi un processo, un casino della Madonna per una vicenda del genere… Io a Catanzaro ci sono già stato e non è neanche brutta”.  E l’amore vince. Adesso ci attendiamo un invito a Feltri al Magna Magna Film Festival per consegnargli la Colonna d’oro e visto che ci siamo anche la cittadinanza onoraria del capoluogo.

Il teatrino surreale finisce qui, con i due conduttori intenti a perculare entrambi gli intervistati, un mezzo rimbambito che insulta tutti e tutto e che chiede scusa pensando alla parcella del proprio avvocato in un ipotetico processo, e un sindaco che si scopre condottiero impavido contro le ingiustizie e le prepotenze del mondo intero contro il povero Sud, le donne e i più indifesi. Sta di fatto che il sindaco ha ottenuto le scuse per essersi offeso sulle cameriere di  Catanzaro e si è sorbito  gli insulti di Feltri che ci ha paragonati a Parenzo e ci ha dato dei coglioni e ci ha perfino mandato un grande gigantesco andate a fare in culo. Feltri ce ne ha dette di tutti i colori, però ci  ha chiesto scusa.

E’ come Totò che racconta ridendo all’amico di essere stato picchiato da un energumeno. “Pasquale figlio di un cane”… e giù uno schiaffo. Totò ride e continua a raccontare: “Chissà sto stupido dove vuole arrivare”… L’amico: “e tu ? “…. Totò: “Mi ha preso per il petto e mi sbatteva contro il muro… E io lo lasciavo fare”. “Pasquale te possino ammazzare e giù due schiaffi”…. L’amico: “E tu?”… Totò: “Chissà sto stupido dove vuole arrivare… E mi ha fatto togliere il cappello e mi ha dato una botta sulla testa che ancora c’ho la ficozza!”… L’amico: “E tu perché non hai reagito ?”… E Totò: “E che me ne frega a me, e che so Pasquale, io ?”. Ecco, di fronte ai nuovi insulti ricevuti in diretta da Vittorio Feltri, Nicola Fiorita avrà pensato: “E che so Pasquale io?”… Ci mancava solo che lo dicesse… 

Ma chiudiamo ancora con Gioacchino Criaco: “… Parliamo del nulla, e ci pieghiamo agli insignificanti dibattiti che ci propongono, innescati dalla caricatura di giro. Avercene cameriere di Catanzaro…”. Cameriere, non sindaci…