Cetraro, tira una brutta aria. E nessuno crede più alle chiacchiere di Don Masino “baciamo le mani”

La farsa di Cetraro continua a riservare sorprese con i soliti protagonisti alle prese con il proprio smisurato attaccamento alle poltrone. Vi abbiamo raccontato poco tempo fa della “guerra” esplosa tra il segretario del Pd, Gaetano Bencivinni, e il vicesindaco, Tommaso Cesareo, alias Don Masino. Una “guerra” che doveva finire con Don Masino defenestrato da vicesindaco ma che ha finito per annientare definitivamente ciò che rimaneva del Pd. E Don Masino, non solo ha neutralizzato i dem ma, addirittura, li ha mortificati con la presenza a Cetraro di Pasqualino Straface, fresca fresca di bocciatura (stamattina siamo anche “gentili”) a Corigliano-Rossano, che è atterrata all’ospedale di Cetraro a raccontare le solite chiacchiere.

Insomma, della pur nobile idea di una larga convergenza che affrontasse i problemi di una criminalità sempre più soffocante e che gestisse la tragica situazione finanziaria, neanche più l’ombra. E sapete perché? Perché tutti avevano concordato su una giunta esterna al consiglio comunale ma Tommasino, pur di mantenersi attaccato alla poltrona ormai di primo cittadino di Cetraro, ha imposto la sua volontà zittendo e mortificando quel Bencivinni che ha dovuto battere ritirata in silenzio e con la coda tra le gambe.

Intanto, proprio per rimanere sui temi caldi che vive Cetraro e che solo l’amministrazione comunale non vede, ancora nessuna spiegazione è arrivata rispetto al divieto di pubblicazione sul sito del Comune di una lettera aperta scritta dal presidente del Consiglio ed ex sindaco Angelo Aita, nella quale, senza troppi giri di parole, si faceva riferimento all’indifferenza della politica governativa rispetto ai temi della criminalità organizzata che sta soffocando Cetraro. “Baciamo le mani” si diceva una volta ma a quanto pare il vecchio adagio da queste parti è sempre attuale.

Nel frattempo le minoranze capeggiate da quel furbacchione di Peppino Aieta tacciono aspettando che quel che è rimasto della maggioranza imploda definitivamente. La situazione di Cetraro più che di politica sa di.. psichiatria perché proprio nei giorni scorsi, dopo che le minoranze hanno definitivamente chiuso la porta a qualsivoglia larga convergenza che non fosse un’aggiunta rigorosamente esterna, si sono riunite le forze di maggioranza e, ascoltate ascoltate, Don Masino ha chiesto un’aggiunta rinnovata addirittura senza di lui. E siccome ormai a Cetraro non gli crede più nessuno dopo aver più volte dichiarato che si sarebbe dimesso da assessore, anche questa volta la sua viene interpretata come una strategia perché convinto che il sindaco lo confermerà.

A Cetraro si vive un’atmosfera grigia, si rincorrono voci preoccupanti ed alcune iniziative messe in campo nei giorni scorsi confermano una brutta aria. I cittadini chiedono che si vada a nuove elezioni ma gli assessori continuano, pur senza deleghe, a percepire grosse indennità nonostante il Comune in dissesto. A dire il vero non solo Tommasino aveva giurato che si sarebbe dimesso, ma anche altri assessori tra i quali un tal Franco Lanza che ripete e giura di dimettersi ogni giorno senza però ricordarsi di passare dal protocollo. Con lui anche l’assessore Barbara Falbo come risulta dai verbali del consiglio comunale di cui daremo conto a tempo debito.

Cetraro, solo per essere stata la città di Giannino Losardo, meriterebbe più rispetto e maggiore dignità politica. Ma il Comune è diventato solo un erogatore di reddito di cittadinanza maggiorato per gli amministratori che nella situazione in cui è precipitata la loro comunità non provano un minimo di vergogna dimettendosi e chiudendo una delle pagine più brutte – che potrebbe diventare peggio di quel che si pensa- di Cetraro.