Corigliano-Rossano e le pale eoliche americane. Stasi: “Diciamo no al teorema del primo che arriva, si insedia: il porto non si tocca”

A Corigliano-Rossano gli “industriali” sono in ansia per il progetto della multinazionale americana Baker Hughes al porto di Schiavonea. Gli americani vorrebbero trasformare il porro in una sorta di base per costruire parchi eolici ma il Comune e in particolare Flavio Stasi hanno risposto picche, iniziando una battaglia giudiziaria e sostenendo a ragione che ancora non si conosce nemmeno il piano regolatore del porto.

In mezzo, i sindacati, che ovviamente stanno dalla parte del… padrone e hanno sollecitato un intervento di Stasi, che non gliele ha mandate a dire ed è rimasto fermo sulle sue posizioni. Di seguito, la dichiarazione del sindaco.

“L’esigenza di garantire ed anzi attrarre investimenti, espressa dai sindacati confederali, è totalmente condivisa anche dall’Amministrazione Comunale. È necessario solo qualche precisazione rispetto alle “questioni giuridiche e procedurali” a cui fanno viene fatto riferimento. Intanto l’assenza di una pianificazione del porto, denunciata fin dal primo giorno solo dall’Amministrazione Comunale, è una questione che dovrebbe preoccupare tutti, anche le rappresentanze sindacali, in quanto è sinonimo di totale mancanza di prospettive di sviluppo e visione dell’Autorità Portuale nei confronti del sorgitore. Pur comprendendo l’approccio pragmatico dei sindacati, non è possibile – per chi governa il territorio – sostituire la pianificazione con un “il primo che arriva, si insedia”. Lo abbiamo detto più volte: sarà un tema poco accattivante, ma la pianificazione non è un orpello burocratico, bensì il principale strumento di sviluppo a disposizione del territorio…

Secondariamente la eventuale lacuna procedurale sollevata non è assimilabile ad un grigio appiglio burocratico, come un difetto di notifica o la scadenza di un termine, bensì all’assenza di un percorso autorizzativo chiaro in relazione alla conferenza dei servizi. Si tratta di un tema di trasparenza amministrativa che credo debba stare a cuore anche alle rappresentanze sindacali.

Fatte queste precisazioni non rifuggiamo a discussioni di merito. Ritengo che tutto il territorio sia concorde nel non voler rinunciare all’investimento; tuttavia, credo sia necessario approfondire e condividere quanto chiesto da più parti, compresa l’Amministrazione Comunale, ovvero la valutazione dell’insediamento al di fuori del perimetro portuale, con un vettore di trasporto ed accesso alla banchina dedicato ed al servizio della zona industriale. È ben chiaro che si tratterebbe di una soluzione meno conveniente per l’investitore, me le istituzioni e le forze sociali esistono per contemperare ed equilibrare degli interessi diversi, ed il nostro ruolo ci impone – per il contesto geografico, urbano e paesaggistico dato – di lavorare affinché lo stabilimento si insedi nella sua collocazione naturale, ovvero la zona industriale. Sarebbe utile se a questo obiettivo lavorassimo tutti insieme ed ovviamente l’Amministrazione Comunale resta disponibile in tal senso”.