Corigliano-Rossano. L’ultimo Consiglio come un boomerang per il centrodestra

di Alberto Laise

Siamo arrivati alla fine della campagna elettorale e non restano che i comizi conclusivi. E’ saltato anche il terzo confronto televisivo per l’indisponibilità del candidato di centrodestra, il che sembra, se non una sorta di resa, almeno la constatazione che nel confronto diretto c’erano pochi argomenti da contrapporre a Stasi.
Sposteranno qualcosa i comizi conclusivi? Si ha l’impressione che, soprattutto dopo il confronto tra le invocazioni ai Santi di una e la concretezza poetica dell’altro, che possa solo aumentare il divario tra i due che, da più fonti, sembra essere di più di 10 punti. Del resto se qualcuno scrive “remuntada”… significa che c’è qualcuno che sta dietro ed è cosa nota anche al centrodestra.

Il punto di non ritorno è stato proprio il consiglio comunale che il centrodestra aveva annunciato come “devastante” per la maggioranza e poi rivelatosi un boomerang proprio per quest’ultimo sia perché metà abbondante dell’opposizione è scappata (proprio chi è impegnato in campagna elettorale) lasciando un consigliere – Scarcello – a provare a dire qualcosa ed ottenendo l’effetto di sembrare Don Chisciotte orfano persino di Sancho Panza… Infatti impagabile è la sua espressione quando vede entrare la consigliera Olivo e poi vederla tagliare la corda.

Il Consiglio ha portato alla luce, al netto delle battute, il lavoro fatto dall’amministrazione comunale, dal segretario Lo Moro e dai dirigenti tutti, nel mettere una toppa ai debiti trovati in eredita’. Ad un certo punto la discussione non era più su chi avesse fatto il debito (basterebbe leggere i nomi dei sindaci dal ’93 ad oggi per avere la risposta) ma sul chi avesse autorizzato Lo Moro a salvare il culo al nostro Comune… Cioè la colpa del dirigente, non solo segretario comunale, era quella di non averci fatto fare bancarotta… Certo… molto meglio Belluscio che si regalava premi di produzione avendo prodotto, scusate il francesismo, la cosiddetta “fungia”…

La realtà è che, come emerso nel comizio di San Nico, dove Stasi è straordinario nel dire che nella città il sindaco non ha “tane del lupo” di cui preoccuparsi perché “il lupo è suo amico”, da un lato c’è chi ha il lavoro di cinque anni che dimostra cosa ha fatto e sono la garanzia di ciò che intende fare, dall’altro c’è il suo avversario, Roberto Occhiuto, che promette, promette, promette, accusa, accusa, accusa ma non ha armi per arrestare la verità storica emersa in questa campagna elettorale: Corigliano-Rossano deve semplicemente scegliere tra chi lotta per lei e chi lotta per farla restare periferia dell’impero.

Ed è questa la sfida affascinante che la nuova amministrazione deve accettare. Costruite le basi, messe le pezze ai disastri del passato, ora inizia il viaggio per far diventare questa città guida politica, economica e morale dell’arco jonico. Una sfida enorme ma realizzabile, sopratutto se, superati gli egoismi e ricomposta la frattura con i partiti troppo spesso concentrati sul nulla, si creano anche le condizioni per una coscienza collettiva che ragioni per tempo sui passi a venire. Ed allora il limite è solo il cielo sopra di noi.
Ed allora gli ultimi comizi possono sia raccontare ciò che concretamente si è fatto… sia ciò che, con coraggio ed ambizione, persino con spudorata facciatosta, possiamo sognare di fare.