Flavio Stasi, la parte visibile di un’alternativa di sinistra (di Gioacchino Criaco)

Flavio Stasi, la parte visibile di un’alternativa di sinistra

dalla pagina FB di Gioacchino Criaco

La rielezione a sindaco di Flavio Stasi a Corigliano-Rossano, terza città della Calabria e ambito più propulsivo economicamente e socialmente dell’intero territorio regionale, rappresenta un elemento di novità che varca i confini locali, diventa emblema delle istanze, e risposte ad esse, che le comunità esprimono.

Importante perché non è la rivolta consueta che poi i macrosistemi assorbono e fanno sparire. È un secondo tempo, un passo in avanti. Il local si ribella alla disattenzione, all’omologazione. Poi tutto rientra. No, stavolta la scelta alternativa si ritrova in una risposta che si è ritenuta valida, le si rinnova la fiducia e si rilancia. Segno che il modello creato da Stasi è stato approvato dagli elettori, che chiedono si prosegua. E se Stasi incarna il modello, è il modello che ha funzionato, è la squadra che ha coperto gli spazi intercettando e corrispondendo istanze.

Stasi è la faccia di un corpo che si è mosso in armonia scardinando un sistema feudale vigente da infiniti anni, forse da sempre. Lo slogan è “basta ‘mmasciate”, nel senso di basta ordini che arrivino da lontani centri di comando: i territori sanno di cosa c’è bisogno e si dispongono al proprio governo chiedendo al “lontano” di mettersi al servizio non di esprimere comandi funzionali a interessi spesso confliggenti con le necessità comunitarie.

Quella di CoRo non è né un’esperienza nuova né unica. In molti luoghi e tantissime altre volte sono nate prove di rottura. In genere tutto finisce perché non si riesce a passare dalla persona al sistema, ossia -la faccia della rivoluzione assorbe tutto, il sistema si regge su una sola persona- arriva il fallimento. Se Stasi è stato riconfermato è perché le sue risposte sono state buone, ma le risposte sono state buone perché intorno a lui si è creata una rete valida, di gente in grado di realizzare un programma proposto.

La squadra Stasi rappresenta un’alternativa di sinistra a cui i partiti di sinistra non potevano che aderire. Avrebbe vinto comunque. Ma non vincerà oltre se dopo averlo creato non renderà autonomo il progetto. Le idee per essere buone devono essere in grado di vincere per la loro bontà non per la faccia di chi le abbia espresse. Per essere utile a tutti il modello CoRo deve essere replicato come modello, sistemi e non singole persone. In fondo il purgatorio di Lucano è nato dal tenere tutto dentro un uomo e non dall’iniettarlo nelle vene dell’idea. Attaccare una persona è fin troppo facile, ne patisce poi il progetto che è ovviamente più importante dei singoli, con le loro altezze e le loro normalità. Roccella fa tantissimo per l’accoglienza, per lo sviluppo economico, l’avanzamento culturale, perché è governata da uno spirito comunitario che saggiamente Vittorio Zito mette sempre davanti a sé stesso.
E per chi diceva, a sinistra, che la Calabria era morta, queste elezioni hanno rimandato indietro le condoglianze e i fiori, non per dire che si è vivissimi solo per rivendicare un battito, la pulsazione di un apparato cardiaco.
E Sibari insegna: così alta e avanzata, così bella da restare sola e perire.