Montalto. Sinistra Italiana a muso duro contro il Pd che svolta a destra e il consigliere “traditore” rieletto con Faragalli

Per la rinascita della sinistra montaltese!

Il risultato delle comunali montaltesi ci consegna un quadro nitido che, per la sua portata, deve invitare a una seria riflessione (e, in parte, a una severa autocritica!) chi ancora senta di appartenere, da militante o semplice simpatizzante, alle file della Sinistra.
Al di là di un ripetutamente sbandierato civismo di facciata, infatti, non v’è dubbio che la coalizione vittoriosa si sia riunita intorno a una figura di centrodestra, Biagio Faragalli, che ha ricoperto e ricopre tuttora incarichi di rilievo all’interno di Forza Italia. D’altra parte, sebbene Mauro D’Acri sia oggi, almeno da quanto ci risulta, un “senza partito”, è ben noto che alle elezioni regionali del 2019 si presentò in una lista a sostegno del centrodestra capitanato da Iole Santelli e che la sua candidatura a sindaco ha trovato l’approvazione di Fratelli d’Italia e di una parte di Forza Italia.

Ma queste prime considerazioni non sono forse le più gravi. Ciò che lascia allibiti è il sostegno che alcuni settori del centrosinistra hanno accordato all’uno e all’altro candidato non convergendo, invece, sul nome di Emilio Viafora che, per la sua storia personale e per i contenuti espressi durante la campagna elettorale, poteva ben essere il candidato ideale della sinistra montaltese. Ci chiediamo, ad esempio, come sia stato possibile che il Partito Democratico cittadino abbia deciso in maggioranza di appoggiare Mauro D’Acri. Allo stesso modo, saremmo curiosi di comprendere le ragioni che hanno spinto il gruppo del consigliere Ranieri, un tempo espressione dell’area cattolica Dem, a sostenere tenacemente la coalizione di Biagio Faragalli, nella quale è stata rieletto.

Si sarebbe potuto lavorare in un’altra direzione? Avremmo potuto costruire, anche a Montalto, un campo progressista capace di offrire alla Città un’alternativa di governo seria, una prospettiva di cambiamento profondo dello stato di cose presente? A nostro parere sì, se solo ve ne fosse stata la volontà. I dieci anni di amministrazione Caracciolo, contrassegnati da un lato da un appiattimento della lotta politica costantemente ridotta a bega personalistica, dall’altro dall’assenza di una visione programmatica di lungo respiro, avrebbero potuto facilmente favorire la sinistra in un processo di riappropriazione dei propri spazi e della propria identità politica.

Tanto più che la coalizione uscente non è stata in grado, a causa di vistose contraddizioni interne, di amalgamarsi intorno a un nome in continuità con la pregressa esperienza amministrativa. E invece, paradossalmente, ha prevalso un indirizzo votato alla supina accettazione dell’esistente, come se la comunità montaltese non fosse capace di produrre nient’altro che un’accozzaglia di liste civiche apparentemente prive di connotazione, ma naturalmente disposte a confluire nell’alveo delle forze di destra alle prime elezioni provinciali o regionali.

Tutto ciò, in definitiva, ha mortificato la storia politica della nostra città, segnando una clamorosa battuta d’arresto rispetto a quella caratterizzazione laica e progressista che l’aveva resa, assieme a Rende e al capoluogo, uno dei simboli della Calabria che cambia cancellando per sempre un passato di sopraffazione e clientelismo.
È alla luce di queste considerazioni, dolorose ma accuratamente ponderate, che crediamo sia necessario riaffermare la presenza territoriale di un contenitore politico legato alla rappresentanza del mondo del lavoro e delle classi popolari. Il nostro territorio, infatti, sperimenta giorno per giorno le storture di un neoliberismo che affama i popoli opprimendoli con forme sempre nuove di sfruttamento. Pensiamo alla condizione dei lavoratori del call center Abramo o all’atavico problema dell’emigrazione che spinge sempre più giovani ad abbandonare le nostre contrade in cerca di impieghi stabili e più redditizi.

D’altra parte, il peso della cosiddetta “questione meridionale” è ancor’oggi ben visibile anche nella superficialità con cui le istituzioni locali e sovralocali trattano la salute dei propri cittadini: dopo oltre vent’anni, ad esempio, l’elettrodotto Terna resta lì al suo posto, svettando sopra le abitazioni di Pianette e Lucchetta col suo carico imprecisato di inquinamento elettromagnetico.

Parimenti, le strutture sanitarie disseminate sul territorio rimangono difficilmente raggiungibili dagli anziani e dalle persone fragili delle zone montane. Non un servizio di navetta, non un aumento delle corse giornaliere degli autobus è stato predisposto per loro, a riprova di quanto ancora resti da fare per superare antiche e nuove disuguaglianze.
Tali questioni non sono per noi rinviabili. Esse, al contrario, ci chiamano a un impegno immediato.

I prossimi mesi saranno decisivi per tutta una serie di lotte che vanno facendosi strada nel nostro Paese: prima tra tutte quella contro l’autonomia differenziata. Intendiamo, dunque, non solo farci promotori di una rinascita della Sinistra antiliberista, pacifista ed ecosocialista montaltese, ma offrire anche il nostro contributo per l’attivazione del locale comitato contro il ddl Calderoli, che rischia di affossare per sempre le sorti del Sud Italia.
Curiosi di conoscere la posizione che assumerà la nuova amministrazione rispetto a un tema di vitale importanza per la cittadinanza tutta, auspichiamo di trovare rapidi riscontri alla nostra iniziativa. Nel frattempo, ricorrendo a una gloriosa formula di commiato del movimento operaio e democratico, al lavoro e alla lotta!

Sinistra Italiana Montalto Uffugo