Plastica in mare, le acque calabresi tra le più “inquinate” d’Italia

Le acque antistanti la Calabria sono tra le più inquinate da rifiuti plastici in Italia, precedute solo dalle coste dell’Emilia-Romagna, del Veneto e del Friuli-Venezia-Giulia.

È quanto evidenziato nella ricerca Proof of concept for a new sensor to monitor marine litter from space (QUI), balzata agli onori delle cronaca qualche giorno fa per il fatto di essere riuscita ad individuare e fotografare, per la prima volta, grandi accumuli di plastica nel Mar Mediterraneo.

Uno studio condotto a livello europeo al quale ha collaborato anche l’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Lerici, e che purtroppo conferma uno scenario a dir poco inquietante: in mare finisce l’equivalente di un camion carico di plastica ogni secondo, per un totale complessivo annuale di oltre 12 milioni di tonnellate di oggetti.

Per la prima volta il focus è stato posto sui paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, e così si scopre che la maggiore densità di rifiuti plastici è stata rilevata nella parte occidentale del mare, in Italia, Albania, Francia, Spagna Marocco, Algeria, Tunisia, e Libia, mentre concentrazioni minori sono evidenziate anche in Grecia orientale, lungo le coste turche, libanesi, israeliane, cipriote ed egiziane.

Quasi nessuno è dunque escluso dal problema, che però in alcune aree registra dimensioni allarmanti. Per quanto riguarda l’Italia, la situazione peggiore è registrata nel Golfo di Venezia, parte terminale del Mare Adriatico, e lungo la costa jonica della Calabria. Registrati anche picchi in Sicilia, tra Marsala ed Agrigento, tra Napoli e Roma e tra Firenze e Genova.

La concentrazione di questi rifiuti nei punti rilevati può avere diverse spiegazioni, che spaziano da una eccessiva incuria – che ne fa finire in mare una concentrazione minore – ad un fattore di correnti marine, che spingerebbero di fatto questi materiali ad accumularsi in determinate aree anzichè in altre. Sono in corsi maggiori studi al riguardo, che proseguiranno assieme ai monitoraggi.