Reggio in piazza, Palla Palla come Cicciolina

A Reggio oggi hanno sfilato due “piazze”: quella dei sinceri cittadini indignati per quanto accaduto alla ragazzina di Melito Porto Salvo, e quella della solita retorica pallosa dei politici.

I primi con la loro presenza attiva in piazza oggi hanno restituito la dignità tradita, da questa orribile vicenda, a tutti gli onesti calabresi, i secondi, ancora una volta ci fanno vergognare di essere cittadini di questo stato e di questa regione.

Non voglio a tutti i costi dire male della politica, ma come si fa a nascondere la pesante ipocrisia che ha aleggiato per tutto il giorno sul palco dove sono saliti i cosiddetti rappresentanti dello stato? Impossibile non sentirla.

Solo chi è altrettanto falso può dire di non averla avvertita. Ogni parola pronunciata in nome della Libertà, della Legalità, della Democrazia, proveniente da quel palco, è suonata vuota. Nessuna vibrazione, al suono di queste splendide parole, ha raggiunto la gente. Perché pronunciate falsamente, usate per ingannare, per abbindolare, offendendo la Natura e il significato stesso dell’origine di queste nobili parole, che si ribellano ai falsi, diventando mute. Non suonano più. Perdono la loro originaria musicalità.

Sorvolo sulla ministra, sulla Bindi, sul sindaco di Reggio, anche se bisognerebbe ricordare alla Rosy che tutte le sue battaglie “antimafia” in Calabria si sono risolte con un niente di fatto, solo passerelle e convegni, mentre la corruzione amministrativa dilaga ovunque con forti e consolidate collusione nelle procure e con altri servitori dello stato infedeli, per soffermarmi sulle affermazioni fatte dal pulpito di quel beone di Palla Palla.

Dice il campione di clientelismo amorale in Calabria: vorrei che da questa terra partisse un messaggio forte: mai più indifferenza, mai più voltare la testa dall’altra parte, mai più omertà.

Sentire esortare la gente da Palla Palla a non voltare la faccia da un’altra parte di fronte al malaffare, è come sentire Cicciolina dire alla gente che nel sesso bisogna essere casti e morigerati.

toman Nessuno con un minimo di senso critico può credere alla sincerità di queste parole. Perché se fosse sincero Palla Palla non avrebbe girato la faccia dall’altra parte quando la sua compagna si è impossessata di 700 mila euro di denaro pubblico senza alcun merito, solo perché è la sua compagna.

Oppure avrebbe fatto un bel repulisti a Calabria Verde, e si sarebbe presentato in procura per spiegare la truffa della Sibari-Sila. Non avrebbe mai permesso che editori/strozzini e tipi strani stazionassero in maniera permanente nel suo ufficio.

Non avrebbe attaccato alla minna pubblica centinaia di parassiti sociali che da sempre vivono di questo. Avrebbe chiesto spiegazioni ai suoi consiglieri sul perché di certe frequentazioni mafiose, si sarebbe adoperato per una sanità pubblica e non per favorire i suoi amici.

Ecco perché non è sincero quando parla di combattere l’omertà, la mafia, perché il primo omertoso è proprio lui. Non ha mai denunciato un mafioso o un colletto bianco colluso in vita sua. Eppure vive nelle istituzioni da 40 anni.

treniaDue sono le cose: o Palla Palla non vede e non si è accorto in 40 anni che in Calabria esiste la corruzione, oppure lo sa e non fa niente perché gli conviene anche a lui che tutto resti così, e dunque quando lo dice, lo dice solo per prendervi per il culo. E siccome amo Libertà che è per me una parola piena di suoni, dico che alla fine ognuno è libero di farsi prendere per il culo da chi vuole, e di credere anche alla falsità di Palla Palla.

E fin quando ci sarà chi, come Palla Palla, pretende di dare lezioni di onestà e moralità da un palco, tutto resterà come sempre. Le loro parole che ripetano da anni non hanno mai cambiato niente. Ed ogni volta, magari dopo una nuova sciagura, il rito si ripeterà uguale a se stesso, per poi sparire il giorno dopo inesorabilmente sotto i colpi di una triste realtà che coinvolge una intera comunità che di cambiare realmente non ha voglia. E tutto ritorna ad essere come è sempre stato.

Come nulla cambierà nell’esistenza di quella ragazzina che da domani, dopo questa passerella, resterà ancora più sola e più additata di prima.

GdD