Rende, la “rivoluzione civica” è finita

Sono trascorsi ormai 500 giorni da quella che nei libri di scuola sarà ricordata come la RIVOLUZIONE CIVICA di Rende, un evento epocale, un drappello di valorosi, sventolando il vessillo del LABORATORIO CIVICO, liberano la città di Rende da una tirannia durata oltre 50 anni. E’ l’inizio di una nuova era, la politica, quella vecchia, quella delle stanze chiuse in cui pochi decidono per tutti, viene definitivamente sconfitta. Comincia l’era del CIVISMO. La politica del fare al servizio dei cittadini, libera dalle vecchie logiche dei partiti e delle segreterie politiche.

Trascorsi 500 giorni la rivoluzione Civica di Rende mostra tutti i suoi limiti e le sue contraddizioni. Quella che si mostrava, a parole, una coalizione compatta e coesa intorno alla figura dell’avvocato Marcello Manna, si sfalda ogni volta che bisogna prendere una decisione o che si debba dimostrare capacità di progettualità e lungimiranza oltre la buca tappata o l’aiuola ben potata.

Il Civismo mostra la sua vera natura, ovvero la rappresentazione del trasversalismo più spietato e cinico. Non si muove un passo, non si produce un atto che questa o quella segreteria politica non voglia facendo leva sulla sua rappresentanza più o meno rilevante. NON ENTRIAMO nel merito delle questioni ma ci limitiamo a dei semplici Spot, Circolare veloce, Ospedale Privato, elezioni provinciali…etc. Inizia una guerra, apparentemente sottile ma evidentemente grossolana fatta di assenze, voti contrari e comunicati stampa, richieste di rimpasto e fase due. Il Laboratorio è alle corde.

Con uno scatto d’orgoglio, prepara la sua riscossa con due iniziative rivoluzionarie, secondo la sua natura, la COSTITUENTE, argomento abbondantemente trattato e ormai accantonato dopo le bocciature da più parti, e la trasformazione in partito (quoque tu). Anche qui lo schema è rivoluzionario. L’ideologo del Civismo dopo esserSi eletto Segretario dà inizio al tesseramento. Fin qui la storiella, che potrebbe anche avere delle sfumature simpatiche ma che nasconde un risvolto tragico.

Rende dov’è? Rende è abituata ad altro, Rende è stato il luogo, riconosciuto in tutta Italia, dove la politica, quella vera, cercava e dava soluzioni, immaginava, progettava e realizzava. Noi di Idee in circolo auspichiamo che il PD di Rende, primo partito in città, si faccia carico di restituire alla politica, quella vera, la forza, la dignità e la credibilità che merita, che ha ispirato la crescita della nostra comunità e che si possa così chiudere, definitivamente questa esperienza fallimentare che non attiene alla tradizione Rendese, e che nulla può dare alla costruzione del futuro della nostra città!

Idee in Circolo

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