Allarme Alecci sul Pd vibonese. Entro il 16 aprile 2025, infatti, bisognava aderire al Pd per avere poi il diritto di votare in sede congressuale. Ebbene, con un’operazione non molto dissimile da quella avvenuta altrove, ad esempio nel Crotonese, nei giorni scorsi il consigliere regionale ha messo nel mirino prima il capoluogo tirrenico, creando un gruppo di quattro eletti in Consiglio comunale (tre dei quali sottratti alla formazione Progetto Vibo, espressione del sindaco Enzo Romeo) ed uno al Partito democratico (quasi lui fosse di un’altra compagine), ed affidando il coordinamento di costoro a Nico Console, fuoriuscito dal centrodestra ed ormai anch’egli tesserato dem; peccato che queste persone, pur aderendo al Pd, non si siano iscritte al gruppo consiliare omonimo ma abbiano formato un gruppo civico.
Nelle stesse ore, con il contributo dell’imprenditore Vincenzo Mirabello, mettendo il congresso cittadino del capoluogo, nel mirino, Alecci si sarebbe prodigato a far iscrivere una trentina di persone al partito di Elly Schlein.
La contraerea dei dirigenti storici del Pd vibonese avrebbe immediatamente reagito, al momento con successo. Almeno cinquanta, infatti, sarebbero stati i tesserati dell’area Colelli-Soriano-Insardà -Mammoliti, tutti uomini di riferimento di Nicola Irto, solo in città . Dati alla mano, in una siffatta condizione, costoro controllerebbero ancora agevolmente il Pd, con un numero di tesserati pari al 65/70% del totale.
Non pago dello scompiglio creato a Vibo, nelle stesse ore, il consigliere regionale della jonica catanzarese, lanciava – a quanto pare sostenuto da qualche “vecchia volpe” lontana da tempo dal Pd –un’Opa sulla roccaforte dem di Serra San Bruno.
La poco edificante guerra delle tessere che sembrava ormai un lontano ricordo nel Pd vibonese, si è fatta sentire soprattutto in tutti quei comuni in cui si andrà al voto. Oltre a Serra San Bruno, anche Limbadi e Ricadi. E non è affatto escluso che prima o poi mieta delle vittime.
Quello che, invece, lascia esterrefatti è il silenzio dei vertici del partito che, almeno fino a questo momento, forse soddisfatti per le tante adesioni, hanno deciso di lasciar correre. A costo di subire un blitz che potrebbe mettere in discussione, a Vibo come altrove, la leadership dello stesso Nicola Irto, nell’area centrale della Calabria. Fonte: Zoom24 (https://www.zoom24.it/2025/04/23/la-guerra-di-alecci-al-pd-vibonese-e-il-silenzio-di-irto/)